NEW YORK – I bambini americani stanno dimagrendo. Un successo della crociata per il mangiar sano della first lady Michelle Obama? Quel che è certo è che il dato sull’obesità infantile negli Stati Uniti è in controtendenza rispetto agli altri Paesi sviluppati.
Dopo trent’anni in cui i piccoli americani non hanno fatto che ingrassare, tra ciambelle e patatine, bibitoni zuccherati e pollo fritto, adesso si assiste ad un calo del loro peso, soprattutto nelle città.
A New York, per esempio, complice anche la stretta del sindaco Michael Bloomberg sulle bevande gassate, il tasso di bambini sovrappeso in età scolare è diminuito del 5,5% dal 2007 al 2011. Stesso trend a Filadelfia, dove il calo è stato del 5%, e a Los Angeles, con un calo del 3%.
A livello nazionale, è obeso il 17% di bambini e ragazzi sotto i vent’anni. Una condizione che, soprattutto con l’avanzare dell’età, porta a problemi seri per la salute, come il diabete, la pressione alta e le malattie cardiovascolari.
Anche il peso è legato all’estrazione sociale. Nelle famiglie a basso reddito il 20% dei bambini è obeso, mentre il dato scende al 12% nelle famiglie ad alto o medio reddito.
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