ROMA – Violenza sulle donne: meno stereotipi e più educazione In questo giorno così speciale in cui si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne una riflessione è d’obbligo… anche più di una.
“Voi donne siete meglio di noi. Non pensiate che gli uomini non lo sappiano; lo sappiamo benissimo, sono millenni che ci organizziamo per sottomettervi, spesso con il vostro aiuto. Ma quel tempo sta finendo. E’ finito. Comincia il tempo in cui le donne prenderanno il potere…” Tratto dal libro di Aldo Cazzullo, il cui titolo “le donne erediteranno la terra”, è un inno alla speranza, alla donna e alla vita.
Perchè serve una giornata contro la violenza delle donne? Gli uomini sono violenti per natura. Le donne sono deboli. Le donne sono votate al sacrificio. E’ tutto vero e nulla. Questo è uno dei casi in cui non si può generalizzare. Dove generalizzare è pericoloso.
I femminicidi non sono una realtà odierna. Solo che fino a qualche anno fa erano protetti dalle leggi. Pensate al delitto d’onore, al matrimonio riparatore e tornando ancora più indietro nel tempo ai roghi di presunte streghe e tanto altro ancora si potrebbe elencare. Queste cose sono sempre accadute. Sotto gli occhi di tutti anche delle donne stesse che in qualche modo hanno favorito ?appoggiato? giustificato? alcuni comportamenti.
Dai dati statistici emerge che la povertà, l’ignoranza la dipendenza economica da un compagno fanno si che vengano sopportati e giustificati maltrattamenti psicologici e fisici. Ma neanche questo è vero. La cronaca ci parla di ragazze di “buona famiglia”, studentesse modello , professioniste che riuscite a tirarsi fuori da relazioni pericolose finiscono per essere bruciate vive, sfregiate con l’acido o uccise davanti ai propri figli a coltellate
Ed ecco che l’educazione, la cultura, la rottura dei pregiudizi, la sensibilizzazione di giovani uomini e donne può favorire una inversione di tendenza. Noi donne siamo in gamba, lo siamo davvero. Tutte. Non è necessario comportarsi come un uomo per emergere sul lavoro. Bisogna trovare una modalità nuova in cui le capacità e le energie femminili possano portare benefici in azienda come in famiglia. Bisogna arrivare al punto che avere una donna come giudice di Cassazione, Amministratore delegato o Presidente di una nazione non sia un’eccezione, ma una normalità. Lo sanno le donne e lo sanno prima di tutto gli uomini.
di Emanuela Scanu
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