MILANO – Starbucks apre in Italia: pro e contro. Apre, anzi no. Anzì sì, alla fine apre davvero. Starbucks approda in Italia: dopo anni e anni di notizie date per certe e poi smentite, questa volta è vero, la catena di caffè e cappuccini più discussa, amata, apprezzata e odiata del mondo approda in Italia. Anzi, a Milano, città che forse tra tutte è quella che più si presta ad accogliere i tanto-alla-moda cappuccini di Starbucks. La notizia fa notizia perché fino ad ora la catena americana “di ispirazione italiana” non è stata vista di buon occhio qui in Penisola, dove la cultura prevede il caffè ristretto al bancone e via, e dove un cappuccino costa di media 1 euro a fronte dei 4 euro e rotti di uno di Starbucks. “Siamo pazzi?” gridano i più. Tant’è, alla fine la sfida americana è servita: Starbucks arriva a Milano in pieno centro ad inizio 2017, pronta ad accogliere le migliaia di lavoratori, turisti e studenti della città meneghina. Ma siamo pur sempre in Italia, quindi cerchiamo di analizzare i pro e i contro di questa così tanto discussa apertura. Funzionerà? Non funzionerà? Chiuderà subito oppure diventerà un fenomeno radicato anche in altre città italiane?
Innanzitutto, sfatiamo un mito: in Italia già esiste una catena identica a Starbucks: si chiama Arnold Coffee ed è liberamente ispirata alla catena americana. Si trova a Milano e a Firenze e chiunque abbia girato un po’ queste due città del nord sa bene che “filosofia di vita”, qualità e modalità di caffè e assunzione è molto, molto simile a quella di Starbucks. Funziona? Sembra proprio di sì. I negozi sono aperti ormai da qualche anno e non chiudono, anzi. Inoltre, sono spesso sempre pieni. Quindi, perché Starbucks non dovrebbe funzionare? Ebbene, vediamo, nell’ordine:
Queste, in sintesi, sono le motivazioni che, più di tutte, girano tra i detrattori degli Starbucks. Ma non tutti sono contro. Per quanto ci riguarda, da Starbucks potete e dovete andarci se:
Insomma, ci andremo o no da Starbucks? Solo il tempo ce lo dirà. Ricordiamoci, però, una cosa importante: andare una volta ogni tanto lì, non vi impedirà di non apprezzare più il baretto sotto casa. Perché Starbucks e “Bar da Mario” sono due prodotti diversi, vendono due caffè diversi, con prezzi diversi e stili diversi. E noi italiani, ex popolo di santi, navigatori, artisti ed eroi… sapremo certo scegliere. Dopotutto, i ristoranti non hanno certo chiuso dopo l’avvento del Mc Donald’s, e l’italiano medio, per una cena, preferisce ancora di gran lunga una bella amatriciana all’Osteria da Gigetto
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