Qatar, patente di guida a donne saudite. Ma discriminazioni non si fermano

Qatar, patente di guida a donne saudite. Ma discriminazioni non si fermano

11 Novembre 2013 - di Claudia Montanari

DOHA — Qualcosa si muove. Poco, lentamente, ma un piccolo cambiamento c’è. Il Qatar ha rilasciato la patente di guida ad alcune donne saudite. Ad annunciare la novità è stato il quotidiano di Doha, The Peninsula. La vicenda, ovviamente, fa notizia perché le donne di quasi tutta l’Arabia Saudita devono fare i conti da sempre con una forte discriminazione di genere che vieta loro di guidare l’automobile.

In passato molte donne saudite andavano in Bahrein e negli Emirati Arabi Uniti per ottenere la patente, mentre adesso alcune si dirigono in Qatar, penisola nel Golfo Persico confinante via terra solo con l’Arabia Saudita.

Infatti, stando a quanto ha dichiarato anche il brigadiere qatarino Mohamed Saad Al Kharji, responsabile del traffico del Qatar, il Qatar non applica discriminazioni fra uomo e donna nel rilasciare la patente di guida.

Benché questo sia un bel passo avanti gli osservatori ritengono che le discriminazioni imposte nell’emirato riguardo alla patente di guida siano ancora molte: a luglio di quest’anno il Qatar ha introdotto il divieto di rilasciare agli operai stranieri la patente di guida per automobili, camion e motociclette. Secondo il Dipartimento del Traffico di Doha, questa iniziativa mirava ad alleviare il traffico nel Paese. La manovra ha suscitato molte critiche, fra cui anche quelle dell’organizzazione per i diritti umani Amnesty.

La novità della patente rilasciata ad alcune donne saudite viene immediatamente dopo la notizia di pochi giorni fa secondo cui una donna sarebbe stata arrestata in Kuwait perché sorpresa a guidare l’automobile, intenta a portare il padre all’ospedale. La notizia ha scatenato molte polemiche anche tra le donne saudite, che già da tempo si stanno battendo per far abolire la legge ingiusta e discriminante che vieta alle donne di guidare.

La protesta delle donne contro questa legge si è scatenata soprattutto dopo le dichiarazioni di Sheikh Saleh al-Lehaydan, consulente legale e psicologo dell’associazione psicologi del Golfo, che aveva parlato di alcuni dati scientifici secondo cui

“la guida delle donne danneggia ovaie, bacino e compromette la fertilità. Di conseguenza, secondo queste assurde teorie, le donne che si mettono al volante danno alla luce figli affetti da disfunzioni cliniche di diverso grado”.