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Tragedia in gita: muore bimbo per arresto cardiaco

27 Giugno 2012 - di Claudia Montanari

PRATO – Si è trasformata in tragedia quella che doveva essere una gita di piacere. Un bambino di 11 anni è morto durante una gita sui monti della Calvana, vicino Prato.

“Forse un problema congenito”è l’ipotesi della Procura ma, per il papà, il piccoloFranco Lori era “sano come un pesce”.

Papà Stefano dice che il figlio era “un grande tifoso della Fiorentina, amante del calcio ma poco capace nel praticarlo”. Poi aggiunge: “Non sapevo del percorso che avrebbero fatto, ma mi fidavo. Pensavamo a una passeggiata in pari. Ho mandato mio figlio al campo estivo per questo. Andava ai campi estivi da una quindicina di giorni, non era proprio contento ma pensavamo che gli potesse servire per fare amicizia: il primo giorno è tornato piangendo perché gli avevano strappato la maglia, ma poi dopo la visita al lago dove aveva fatto il bagno era tornato contento”.

Poi aggiunge: “Ora gli amici li troverà in Paradiso. Ho perso l’unico figlio che la vita ormai potesse regalarmi”.

La cugina ripete: “Un ragazzo sanissimo, qualcuno ci dica come sia potuto succedere, ci dicano dove li hanno portati a fare quell’escursione”.

Don Carlo Gestri, il parroco di San Martino a Paperino, la parrocchia che ha organizzato la gita, ha tentato di rianimare con il massaggio cardiaco il piccolo Franco Lori. Il primo volontario del soccorso alpino che ha raggiunto il luogo in cui si trovava il bimbo con la comitiva ha visto il sacerdote e lo ha aiutato nel tentativo di rianimare il piccolo.

“Avevamo acqua con noi ed eravamo equipaggiati per l’escursione”, racconta uno degli accompagnatori dei ragazzi che sono stati soccorsi durante una gita sul monte Calvana a Prato. “Se faceva caldo, sì, ma come al solito”, ha risposto l’accompagnatore ricostruendo anche quanto è accaduto quando si è sentito male il bambino undicenne poi morto. “Eravamo molto più avanti – racconta – poi ci hanno avvertito che qualcuno si era sentito male. Abbiamo aspettato un po’ poi siamo ripartiti e andati oltre, ma alla fine ci hanno bloccato”. Solo i ragazzi che erano più vicino all’undicenne si sarebbero accorti di quanto stava succedendo. Poi c’è stato il passaparola tra i gruppi di ragazzi che partecipavano alla gita.