Esercito di donne islamiche a caccia di coppiette in diretta tv: è bufera in Pakistan

30 Gennaio 2012 - di Claudia Montanari

ISLAMABAD- A chi non è mai successo? Ci si da appuntamento con il proprio innamorato al parco del quartiere e ci si mette a contemplare il panorama. Si chiacchiera, si guardano i bambini che giocano, al massimo ci si scambia un bacino innocente. Tutto tranquillo, dunque. Bene, è tutto tranquillo, se non vivete in Pakistan. Lì infatti, molto probabilmente sareste avvicinati da un vero e proprio “comando” di donne di mezza età, con tanto di troupe televisive, pronto a farvi il terzo grado per controllarvi, schedarvi, segnalarvi, capire se “siete nel peccato”. Ed è proprio quello che è successo infatti la scorsa settimana ad alcune ignare (e pudiche, perchè si sa, lì le effusioni in pubblico non sono permesse) coppiette intente ad osservare il Mar Arabico. Si legge sul “Corriere della Sera”: “La conduttrice dello spettacolo, Maya Khan, ha chiesto loro il certificato di matrimonio. Alcune coppie si sono messe paura e hanno cercato di svignarsela. Questo spettacolo di un’ ora, trasmesso il 17 gennaio dalla Samaa Tv, ha suscitato una furiosa reazione in alcune parti del Pakistan. Prima su Internet, poi nei quotidiani nazionali. “Le vigili ziette” recitava un titolo. Ora le proteste sono finite in tribunale”.

Infatti sembra che a molti pakistani questi “interrogatori” non siano piaciuti, ed il New York Times riporta che sono già partite delle denunce a carico del programma. Intermedia, una delle organizzazioni denuncianti, ha dichiarato: “I giornalisti non hanno il diritto di diventare polizia della morale, bisogna tracciare un confine”. In molti infatti hanno paragonato il programma agli anni bui della dittatura in cui la polizia poteva in effetti chiedere i certificati di matrimonio delle coppie icnontrate per la strada.

Il problema, spiega il Times, discende direttamente dalla liberalizzazione dell’industria televisiva pakistana, che ha visto un dilagare di questi programmi moralistici. Un ex dipendente di Dawn News, che si è detto “nauseato”, spiega: “Ho visto cose irraccontabili”. Per molti, quella che sta avvenendo sugli schermi pakistani è una vera e propria “caccia alle streghe” visto che esistono anche dei programmi che inviano reporter a controllare chi beve whiskey: “Ci sono reti che dicono, avete carta bianca per inventare le cose più dure e strane”. Ora sarà il tribunale a decidere se questa pratica è compatibile con la legge dello Stato.