mutilazione genitale

Nazioni Unite: Italia in primo piano contro la mutilazione genitale

1 Marzo 2012 - di Claudia Montanari

NEW YORK – Ciò che è accaduto durante l’assemblea straordinaria delle Nazioni Unite, ha quasi dell’incredibile se non si spiegano per bene i fatti. Protagonista dell’Assemblea è stata infatti la musica e non la politica.  A guidare, o meglio a travolgere, ospiti e diplomatici dei 193 Paesi membri dell’Onu è stata l’energia della cantante di origine beninese Angelique Kidjo. Vincitrice di un Grammy Award e Godwill Ambassador per l’Unicef, la Kidjo ha portato la sua musica al Palazzo di Vetro. Ma la sua voce aveva uno scopo molto diverso rispetto a quello del semplice spettacolo. Si legge sul quotidiano “La Stampa”: “la ragione di questa iniziativa, presa dall’Italia, era seria e per nulla allegra: mettere fine alla mutilazione genitale femminile. I numeri sono impressionanti. Ogni anno circa tre milioni di bambine e ragazze sono vittime della mutilazione genitale: ottomila al giorno. Una marea di esseri umani, che porteranno per tutta la vita i segni di questa inutile superstizione, quando non moriranno per le complicazioni. Per quale motivo? Nessuno, con tutto il rispetto per la cultura e la tradizione dei Paesi dove questa pratica continua da secoli”.

In effetti, motivi religiosi non ce ne sono, tanto meno sanitari. Su “La Stampa” si legge la testimonianza di Sarah Dioubate, una ragazza della Guinea: “«Un giorno mia zia mi portò ad essere tagliata. Avevo sei anni, ricordo solo il dolore. Ebbi la sensazione che mi veniva rubata qualcosa, per sempre. Qualche anno dopo, una volta cresciuta, chiesi a mia madre perché aveva permesso che subissi questa violenza. Mi rispose che la pressione della società era troppo forte, per opporsi»”.

Insomma, un “concerto” speciale organizzato dalla Rappresentanza Italiana al Palazzo di Vetro in collaborazione con Unicef e Unfpa (Un Population Fund), per unire attraverso la musica i Paesi di tutto il mondo e sensibilizzare i membri delle Nazioni Unite, ma anche l’opinione pubblica mondiale, sulla lotta contro la mutilazione genitale femminile. Una battaglia in cui il nostro Paese è in prima linea e alla quale ha preso parte anche il ministro del lavoro e delle pari opportunità Elsa Fornero, in questi giorni a New York per partecipare ai lavori della Commissione Onu sulla Condizione delle donne.

A metà esibizione la musica si interrompe, e Angelique racconta il suo impegno come “figlia dell’Africa”. Ma anche la storia personale di tre sorelle che grazie ai genitori sono diventate indipendenti e si sono salvate dal destino che ha colpito milioni di giovani come loro: “Perchè mio padre è andato contro la società e la sua famiglia per proteggerci da una tradizione che ci avrebbe segnato per sempre”. E se lo ha fatto lui – ha detto l’artista prima di riprendere canti e danze – attraverso questo microfono voglio far capire che tutti i genitori devono avere lo stesso coraggio per le proprie figlie”.