Natale crisi

Natale di crisi per gli italiani: Napoli acquisti a picco, Firenze spenta…

13 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari

ROMA – La fine del mondo profetizzata dai Maya il 21 Dicembre probabilmente non avverrà, purtroppo però per molti italiani questo sarà un triste Natale, morsi dalla crisi e dalle tasse, e morsi dal disagio di non avere un lavoro o perché non lo trova o perché la propria fabbrica o azienda ha chiuso i battenti. Triste per chi ha pochi soldi, triste per i commercianti, che non vendono e per la gente, che non compra più.

Nella città di Napoli vi è stato un vero e proprio tracollo degli acquisti. A poco è servita l’introduzione dei “Napo”, la moneta partenopea battuta dal comune – in realtà buoni sconto al portatore – che non sembrano riscuotere il successo sperato. Il momento congiunturale spinge a ridurre il budget per lo shopping e la quantità di regali.

Anche più a nord, a Firenze, il Natale di crisi si fa sentire. A partire dalle decorazioni natalizie, quanto mai sobrie e limitate per lo più alle strade del centro storico. Segno della crisi che colpisce il capoluogo toscano tanto nella percezione dei consumatori quanto nelle statistiche.

Quest’anno, secondo le stime di Confesercenti, i fiorentini spenderanno il 3% in meno rispetto al 2011. E le tredicesime non andranno in regali, ma più che altro in debiti e mutui. Tra i commercianti c’è molto pessimismo.

“Peggio di così non poteva andare, ho un banco sul mercato da 54 anni e non ho mai visto un natale così. Quest’anno la gente non spende, per ora nulla”.

Nico Gronchi presidente provinciale Confesercenti Firenze, fa un bilancio in chiaro scuro: – “Vengono tralasciati i regali che non sono per i familiari diretti e infatti tiene la spesa per giocattoli e tiene la tecnologia. Ma il livello medio e lo scontrino medio si sta pesantemente abbassando. Non c’è un tracollo dell’economia come i pessimisti tengono a raccontarci”.

In provincia di Firenze chiuderanno alla fine dell’anno quasi 400 negozi, ma dall’anno ci sono segnalazioni di molte nuove imprese e numerose start up.