Moda sostenibile, la parola chiave è design circolare: cos'è e come funziona

Lotta al Fast Fashion: nasce Slow Fiber per una moda sostenibile

9 Maggio 2023 - di Claudia Montanari

Ormai la lotta al Fast Fashion non è più una opzione ma una necessità. Secondo il report della Commissione Europea dal titolo “Textiles and the environment in a circular economy: the role of design in Europe’s circular economy”, la produzione e il consumo di prodotti tessili in Europa è in aumento, così come il loro impatto sul clima, sul consumo di acqua e di energia e sull’ambiente.

La produzione mondiale di questi prodotti è quasi raddoppiata tra il 2000 e il 2015 e il consumo di capi di abbigliamento dovrebbe aumentare del 63% entro il 2030, passando dagli attuali 62 milioni di tonnellate a 102 milioni di tonnellate.

Ogni anno nell’UE vengono buttati via circa 5,8 milioni di tonnellate di prodotti tessili, ogni europeo acquista ventisei chili di vestiti all’anno e ne butta via undici dopo averli indossati appena 7-8 volte mentre solo il 13% di essi viene riutilizzato o riciclato.

Lotta al Fast Fashion, nasce Slow Fiber

Nell’ottica di una moda più sostenibile, etica e green, arriva Slow Fiber, una rete nata dall’incontro tra Slow Food Italia e sedici aziende virtuose del tessile arredamento che aderiscono già a requisiti verdi.

Le 16 aziende sono: Oscalito, l’Opificio, Quagliotti, Remmert, Pettinatura Di Verrone, Tintoria 2000, Angelo Vasino Spa, Olcese Ferrari, Tintoria Felli, Manifattura Tessile Di Nole, Holding Moda, Lane Cardate, Italfil, Pattern, Maglificio Maggia, Vitale Barberis Canonico.

Queste aziende rappresentano un esempio di cambiamento positivo nel passaggio a un processo produttivo volto alla creazione di prodotti belli, sani, puliti, giusti e durevoli, perché rispettosi della dignità della persona e della Natura.

Si tratta di aziende intergenerazionali che vantano una storia importante nel settore della produzione vestiaria e dell’arredamento, che a oggi impiegano più di 1000 persone e raggiungono un fatturato complessivo di oltre 500 milioni di euro.

La missione di Slow Fiber

Slow Fiber punta all’obiettivo di recuperare la consapevolezza di come vengono fatti i prodotti del tessile abbigliamento, operando affinché avvenga un cambiamento verso la sostenibilità dell’ambiente e delle persone. La sua vuole essere la risposta al fast fashion e, attraverso i loro processi produttivi, vuole rappresentare un cambiamento positivo grazie alla creazione di prodotti belli, buoni, sani, giusti, puliti e durevoli.

La nuova rete parte da una riflessione: compriamo troppo e sprechiamo più che mai. Non soltanto in campo alimentare con il cibo che dovrebbe nutrirci e invece non arriva nemmeno sulle nostre tavole, ma anche nel settore dell’abbigliamento e dell’arredamento, nell’ambito del fast use e del fast fashion.

Slow Fiber si pone l’obiettivo di divulgare la conoscenza dell’impatto che i prodotti tessili hanno sull’ambiente, sui lavoratori della filiera e sulla salute dei consumatori per diffondere una nuova etica e cultura del vestire e dell’arredare. In quest’ottica, il proposito di Slow Fiber è anche quello di ampliare il network, coinvolgendo e invitando aziende italiane e internazionali a unirsi alla rete per ampliare la portata dell’impatto di questo cambiamento rendendolo corale, forte e immediato.

Figlia di Slow Food

Figlia dell’associazione Slow Food, che da anni è impegnata a promuovere un cibo buono, pulito e giusto per tutti, Slow Fiber propone lo stesso percorso e gli stessi valori nell’ambito del vestire e dell’arredamento, e quindi di rapporto con il corpo e con il bello, inteso anche come etico, giusto e misurato.

Infine, più green è anche più bello, come spiega Dario Casalini fondatore di Slow Fiber: “Negli ultimi decenni il modello del fast fashion ha imposto una coincidenza tra nuovo e bello. Capi che vengono prodotti in grandi quantità e bassa qualità e creano rifiuti. L’idea è invece quella di recuperare un concetto di bellezza che abbia anche dei valori etici perché essere sostenibili significa avere un atteggiamento intellettualmente onesto e quindi prendere in considerazione tutto il sistema”.