ROMA – A gennaio il numero di disoccupati è pari a 2 milioni 999 mila, in aumento del 3,8% rispetto a dicembre (+110 mila unità). Lo rileva l’Istat, precisando che su base annua si registra una crescita del 22,7% (+554 mila unità) con un tasso complessivo salito all’11,7% (in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto a dicembre e di 2,1 punti nei dodici mesi). Si tratta, spiega l’Istituto, del tasso più alto dall’inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e dall’avvio di quelle trimestrali, ovvero dal quarto trimestre 1992.
Istat ha anche rilevato che nell’intero 2012 il tasso di disoccupazione è risultato pari al 10,7%, in aumento rispetto all’8,4% del 2011, ai massimi dal 1993. L’incremento interessa entrambe le componenti di genere e tutto il territorio, in particolare il Mezzogiorno, dove arriva al 17,2%.
I più penalizzati sono i giovani tra i 15 e i 24 anni: in questa fascia d’età le persone in cerca di lavoro sono 655 mila e rappresentano il 10,9% della popolazione e il tasso di disoccupazione è pari al 38,7%, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 6,4 punti nel confronto tendenziale. Anche anche in questo caso il più alto mai rilevato da Istat.
I dati peggiori nel Mezzogiorno dove tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) supera il 50%. In totale il tasso è del 50,5%, suddiviso nel 46,7% per i maschi e 56,1% per le donne. Al Nord la disoccupazione giovanile è invece del 29,7% e al Centro del 39,3%.
Livelli record anche per quanto riguarda i contratti a tempo determinato: lo scorso anno, rileva l’Istat, i precari sono arrivati a quota 2,8 milioni: i contratti a termine sono stati 2,375 milioni (di cui 1,7 a tempo pieno e 675mila a tempo parziale) a cui si aggiungono 433mila collaboratori.
A questo si aggiunge la crescita, ininterrotta dal primo trimestre 2010, degli occupati a tempo parziale, che nel quarto trimestre 2012 manifesta un incremento su base annua del 7,9% (+293.000 unità). I part-time sono in valori assoluti 3 milioni e 982 mila (ai massimi dal 1993). L’aumento riguarda quasi esclusivamente il part-time involontario, ossia i lavori accettati in mancanza di occasioni di impiego a tempo pieno, con un’incidenza che sale dal 53,3% del 2011 al 57,4% del 2012.
Ma la disoccupazione sale anche in Europa. Secondo Eurostat, a gennaio nell’eurozona si è registrato un tasso di disoccupati dell’11,9%, in aumento rispetto all’11,8% di dicembre, mentre nell’Ue a 27 è salita al 10,8%, contro il 10,7%. Un anno fa, la disoccupazione era rispettivamente al 10,8% ed al 10,1%. La disoccupazione giovanile salita al 24,2% rispetto al 24% di dicembre, mentre nell’Ue a 27 è passata al 23,6%, rispetto al 23,4%. Grecia e Spagna segnano i tassi di disoccupazione più elevati, rispettivamente con il 27% e 26,2%. In Germania, il tasso di disoccupazione è invece stabile al 5,3%.
“Gli ultimi dati sulla disoccupazione sono agghiaccianti” e delineano “una situazione drammatica, cui dobbiamo reagire”, ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, in conferenza stampa a Milano.
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