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Il dolore di Lara Logan, reporter violentata un anno fa in Egitto

23 Febbraio 2012 - di Claudia Montanari

Esattamente un anno fa, nel Febbraio 2011, la giornalista Lara Logan passò la peggiore esperienza della sua vita. Si trovava in Egitto per svolgere il suo lavoro da reporter quando ha subito una brutale violenza sessuale nel mezzo della piazza Tahir.

Benché sia ancora restia a raccontare la vicenda, sull’International Herald Tribune Style Magazine” è apparsa l’intervista ad una donna forte, decisa e ormai pronta a ricominciare.

Era l’11 febbraio 2011 quando la Logan era impegnata nella copertura delle manifestazioni di massa a seguito delle dimissioni del presidente Mubarak. Con lei in piazza Tahrir c’era il ​​suo produttore, Max McClellan e il cameraman Richard Butler, oltre ad un interprete e un ex membro dei servizi militari del Regno Unito che fungeva da guardia del corpo. Dopo circa un’ora trascorsa senza alcun incidente, l’interprete consiglia loro di allontanarsi dopo essere stato messo in allarme da alcune parole in arabo udite tra la folla. Ma in pochi attimi accade il peggio.  La giornalista, corrispondente di guerra per la CBS e per “60 minutes”, era convita che sarebbe “morta torturata”. Strappata dal suo team e dalla guardia del corpo, la donna perde i contatti con i colleghi per circa 25 minuti, tempo che è bastato a subire violenze sessuali e percosse. In una intervista che rilasciò al New York Times due mesi dopo l’accaduto, disse:  “Non c’era nessun dubbio nella mia mente che ero vicina alla morte (…) non solo pensavo che sarei morta, ma ero convinta che sarebbe stata una morte straziante”.

Due mesi dopo l’aggressione la giornalista, esattamente il 27 aprile 2011, la giornalista è tornata al suo lavoro affermando: “Sono molto più forte ora”.

Il pensiero più forte in quei momenti, racconta la Logan, era riservato ai sue due bambini piccoli e al marito. Nell’intervista al “International Herald Tribune Style Magazine” il marito stesso dichiara di aver detto alla moglie, subito dopo l’aggressione “Avrei preferito essere morto piuttosto che dover crescere i figli senza di te. Non farmi più questo, per favore”.

E così fu: “Nell’ultimo anno gli incarichi della Logan l’hanno portata nei backstage di concerti come quelli degli Aerosmith e di Michael Bublé, nelle riserve di caccia in Texas, e in un campo di Polo”.