Matrimonio, boom di separazioni: i vaccini dividono la coppia
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza storica (35385 depositata il 18 dicembre 2023) che ribalta le regole sull’assegno di divorzio, stabilendo che la convivenza prematrimoniale deve essere considerata nel conteggio del mantenimento. Questo annuncio segna un cambiamento epocale nel diritto di famiglia italiano, con un’ampia portata che riguarda il modo in cui vengono valutati i contributi e le rinunce prima del matrimonio.
Per la prima volta, la Cassazione riconosce che la convivenza prematrimoniale deve essere inclusa nella valutazione dell’assegno di divorzio, a condizione che tale convivenza abbia “i connotati di stabilità e continuità, in ragione di un progetto di vita comune”. Questa decisione segna un cambiamento significativo, poiché prima la legge si concentrava principalmente sugli obblighi derivanti dal matrimonio.
La sentenza è stata emessa in risposta al ricorso di una donna che contestava la mancata inclusione di sette anni di convivenza prematrimoniale (dal 1996 al 2003) nel calcolo dell’assegno di divorzio. La Corte d’appello di Bologna aveva inizialmente escluso questo periodo, affermando che le rinunce lavorative della donna prima delle nozze non potevano essere considerate, poiché “gli obblighi nascono dal matrimonio”. La Cassazione, al contrario, ha sostenuto che la convivenza prematrimoniale è ormai un fenomeno radicato nei comportamenti sociali e deve essere considerata quando contribuisce a una divisione dei ruoli domestici e comporta rinunce significative.
Il presidente dell’Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani (Ami), Gian Ettore Gassani, ha definito questa decisione come “una rivoluzione nel diritto di famiglia”. Ha sottolineato che la convivenza prematrimoniale è parte integrante della vita di molte coppie, e le scelte fatte durante questo periodo spesso influenzano in modo significativo il futuro matrimonio.
Secondo Gassani, i parametri cambieranno notevolmente. Questa rivoluzione di giustizia, tuttavia, non si applicherà a tutte le convivenze, e ogni caso verrà valutato singolarmente. La decisione della Cassazione rappresenta un passo avanti nel diritto vivente, riconoscendo l’evoluzione dei costumi sociali e l’importanza di interpretare la nozione di “famiglia” in un contesto più ampio.
Con questa sentenza la Cassazione ha aperto la strada a un nuovo paradigma nell’assegnazione degli assegni di divorzio, riconoscendo che la convivenza prematrimoniale può avere un impatto significativo sui contributi e sulle rinunce. Questa decisione rappresenta un progresso nell’adattamento del diritto di famiglia alla realtà sociale contemporanea, dove sempre più coppie scelgono di convivere prima del matrimonio. Resta da vedere come questa rivoluzione influenzerà le future decisioni giudiziarie e plasmerà il panorama legale delle relazioni familiari in Italia.
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