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In Italia mamme sempre più tardi, in media a 33 anni

In Italia si diventa mamme sempre più tardi, dopo i 30 anni, in media a 33. Lo evidenziano gli ultimi dati Istat. Il ricorso al taglio cesareo resta elevato, se non eccessivo, anche se si registrano segni di rallentamento. Il tasso di natalità varia da 5,2 nati per mille donne in età fertile in Sardegna a 9,7 nella Provincia Autonoma di Bolzano rispetto ad una media nazionale del 6,8. Le regioni centrali presentano tutte un tasso di natalità con valori inferiori alla media nazionale.

Al Sud, i tassi di natalità maggiori si registrano in Campania, Calabria e Sicilia, dove ci sono valori superiori alla media nazionale. Cala il tasso di fecondità: nel 2021 il numero medio di figli per donna risulta pari a 1,25 (era 1,46 del 2010). Il tasso di mortalità infantile (mortalità entro il primo mese di vita), nel 2018 è pari a 2,88 bambini ogni mille nati vivi. Negli ultimi 10 anni ha continuato a diminuire su tutto il territorio italiano, anche se negli anni più recenti si assiste ad un rallentamento di questo trend.

Il piano del governo per intervenire sulle “culle vuote”

C’è attesa per piano del governo, che ha più volte ribadito di voler intervenire per far fronte alla crisi di natalità. In un’intervista al Sole 24 Ore Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità ha annunciato l’intenzione di promuovere un Piano strategico per la natalità. La prossima tappa, in legge di Bilancio, “sarà la revisione dell’assegno familiare”. “Lavorerò per rendere il sostegno proporzionale al numero dei figli”, ha precisato.

Se si continua così, nel 2050 solo poco più di una persona su due sarebbe in età da lavoro, con il rischio che un 52% di persone tra i 20-66 anni dovrebbero provvedere tanto alla cura delle persone sotto i venti anni (16%), quanto alla produzione di risorse per l’assistenza ai pensionati (32%). I 399 mila nati attuali, specifica l’Istat, sono la più bassa natalità di sempre. L’ente parla di “una situazione di tipo drammatico”.

Nel 2050, dunque, nel nostro Paese potrebbero esserci 5 milioni di abitanti in meno, di cui 2 milioni di giovani in meno. Le persone con 90 anni, che oggi sono 800 mila, saranno più del doppio, 1 milione e 700 mila. Quanto agli ultracentenari, che oggi sono centomila, si stima che nel 2050 saranno 80mila. Qualora il tasso di fecondità dovesse rimanere di 1,2 figli per donna, nell’arco di quattro-cinque decenni l’italia avrebbe 250 mila nati. (Fonte Ansa). Foto di Kate da Pixabay.

Silvia_Di_Pasquale

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