Femminicidio: Monica, vittima del marito, l'ha salvata il diario segreto

Femminicidio: Monica, vittima del marito, diario segreto l’ha salvata

25 Novembre 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – La violenza contro le donne si può arginare. Si può combattere e bloccare. Nel giorno simbolo dedicato alla battaglia contro la violenza sulle donne, la storia di Monica ci riempie di speranza. Una storia triste, drammatica che porta i segni della violenza e della disperazione ma che, grazie alla forza di volontà della donna, ha avuto un lieto fine. Perché oggi Monica sorride ed è serena e questo è il vero trionfo. L’altro trionfo è l’ex marito condannato. A salvarla la forza della disperazione e un diario segreto su cui la donna scriveva, quotidianamente, le violenze subite dal marito.
Come scrive Maria Novella De Luca su Repubblica, era il 26 Novembre del 2011 quando Monica decide di voler cambiare la sua vita:
“È un giorno speciale. Si festeggia il compleanno di Sabrina, tre anni. Guido entra in cucina con la sua “38”, io sono di spalle, davanti alla macchina del gas, e mi punta la pistola alla nuca, sento il gelo, mi giro, che fai, dico, tanto è scarica, risponde lui. Me la faccio dare e vedo invece che ha tutti proiettili in canna…”.
Un diario, un taccuino segreto in cui Monica scriveva tutto. Quella pistola puntata alla testa sveglia Monica dal torpore, dalla paura. La disperazione si trasforma in coraggio e decide di portare in Tribunale la sua storia e il suo diario.
Quanti ce ne saranno di diari così? Quante donne vittime di violenze e di stalking nascondono nell’angolino nascosto del comodino il proprio diario degli orrori? Tante. Scrivono per potersi sfogare, scrivono per metabolizzare la paura. E scrivono per avere una traccia. Perché se un giorno saranno uccise, almeno si saprà cosa è successo.
La storia di Monica ha un lieto fine, ma tante donne ogni giorno il sorriso lo perdono e non potranno riaverlo mai più. E allora le donne scrivono, perché raramente le violenze subite in casa hanno dei testimoni. Come si legge su  Repubblica:
“Perché la scrittura è anche conforto, voce intima che diventa parola, grido. Racconta Teresa Manente, avvocato penalista che dirige il pool legale dell’associazione “Differenza Donna”: «Grazie al diario di Monica siamo riusciti a far condannare per maltrattamenti il suo ex compagno. Nei centri antiviolenza consigliamo sempre alle vittime di avere un quaderno, di fermare la memoria: spesso si tende a rimuovere il dolore, a voler dimenticare. Vorrei che i diari di Monica, tre anni di intime testimonianze, servissero alle altre, a quelle che hanno paura. Ricordo sempre una madre: viveva nel terrore di essere uccisa dal marito, e scriveva un diario perché dopo la sua morte la figlia potesse sapere la verità». Monica ha 40 anni e fa l’impiegata, Guido, coetaneo, è una guardia giurata, in casa ha fucili e pistole.
L’amore dura un anno. Poi nasce Sabrina e tutto va in pezzi. Guido, già ossessivo e violento, diventa il carnefice di Monica, fino a che lei trova il coraggio e fugge con la figlia. Senza più guardarsi indietro. I loro nomi non sono veri, quelli autentici sono custoditi in un fascicolo del tribunale di Roma”.
Repubblica ha messo insieme alcune delle pagine scritte da Monica. Parole forti, pesanti. Piene di paura, di rabbia e di disperazione. Parole e sentimenti provate da Monica, ma anche da tante altre, troppe, donne. Ogni giorno.
6 GENNAIO 2009
Sabrina è nata da poco. Quando piange Guido perde il controllo. Monica scrive: «Guido è entrato in camera da letto e mi ha urlato che sono madre incurante, una trucida, piuttosto che crescere dei figli con te di donne me ne faccio quante me ne pare…».
10 FEBBRAIO 2009
Monica è provata, preoccupata. Minaccia di andare via. «Quando sono tornata dalla spesa con Sabrina, Guido mi ha spinto contro il muro. Che vuoi fare? Dov’eri? Te ne vuoi andare? Tanto io ammazzo te, tuo padre, tua madre e se mi mettono dentro sti’ ca…, la bimba crescerà con gli assistenti sociali, ma quando esco dal carcere, trova me, mica te…».
30 APRILE 2009
Guido alterna scoppi di rabbia a momenti di dolcezza. In casa ha una pistola e tre fucili. Le chiede perdono, le dice di amarla. Vuole rapporti sessuali reiterati e continui. Monica è turbata: «Sono andata al Cim, al consultorio, dallo psicologo. Devo capire perché sto ancora con lui, forse in me c’è qualcosa di sbagliato se non riesco ad aiutarlo, ha promesso di andare da qualcuno a farsi vedere ».
20 DICEMBRE 2009
«Guido mi aggredisce per ogni cosa, dice che allontano Sabrina da lui, che sono un cattiva madre, e gli fa schifo che in lavatrice mescoli i miei panni con i suoi. Poi di notte cerca di abbracciarmi, vuole fare l’amore, ma non voglio, ho paura di quest’uomo, non lo capisco più».
15 GIUGNO 2010
Monica è confusa. Cerca di vivere una quotidianità normale, per amore di Sabrina, tenta ancora di salvare la famiglia. Con quella tenacia cieca di molte donne maltrattate. Ecco il racconto di un giorno di pace. «C’è forte vento ma scendiamo in spiaggia. Sabrina si diverte, corre, gioca, facciamo il bagno insieme, raccogliamo i paguri, guardiamo i pesci… Guido prende due polpi che mangiamo con la pasta, a cena».
18 OTTOBRE 2010.
Nella storia tra Monica e Guido non ci sono più tregue. Ma lei ancora non trova la forza di andare via. Ha paura. «Porto Sabri a scuola, torno, lui non è andato al lavoro, ormai approfitta di ogni momento in cui la bambina non c’è per impormi rapporti sessuali. Mi chiudo in bagno, Guido entra, mi chiede se mi va, dico di no, allora lui mi sbatte contro la vasca, mi stringe la testa sul rubinetto, e mi ricordo, mi teneva così, mi sono passati ottomila pensieri, tra cui questo, stai ferma immobile che così poi non succede ».
27 FEBBRAIO 2011
Monica finalmente si rivolge al centro antiviolenza. Dove capiscono il pericolo, le suggeriscono di andare via subito, e di continuare a tenere i diari. Guido è ossessionato all’idea che Monica, la sua vittima, possa sfuggirgli. Per due volte Monica finisce al pronto soccorso. «Mi dice che se mi azzardo a portargli via Sabrina lui mi eliminerà, lui può distruggere i cervelli, perché lui è padrone di farmi ridere o piangere, io conosco chi nemmeno sai, mi farò giustizia da solo».
16 APRILE 2011
«Sono esausta — annota Monica — ieri mi ha annunciato che un giorno scivolerò in bagno sbattendo forte la testa, e resterò in un lago di sangue. Scrivo questo diario perché se dovessi morire mia figlia saprà chi mi ha ucciso». Guido ha un fucile, una pistola calibro 9, e due calibro 38.
26 NOVEMBRE 2012
Guido punta una pistola carica alla nuca di Monica. Poi esce sul balcone e spara in aria.
20 APRILE 2012
Dopo quella minaccia di morte qualcosa nell’anima di Monica si risveglia. Oltre ad annotare ogni sopruso, inizia a registrare le telefonate. Frequenta il centro antiviolenza Diventa vigile, si protegge. Finalmente scappa con Sabrina, si rifugia dai suoi genitori. Consegna i suoi diari e le registrazioni telefoniche. Prove schiaccianti contro Guido. Diari che sono però anche l’atroce romanzo di un amore malato”
Ma ora, Monica, è tornata a sorridere.