Femminicidio, colpa del "lato oscuro" degli uomini: libro spiega motivi

Femminicidio, colpa del “lato oscuro” degli uomini: libro spiega motivi

3 Dicembre 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Violenza sulle donne, la questione deve essere spostata sugli uomini e sulla violenza che gli uomini usano verso le donne. Il nuovo saggio di Ediesse “Il lato oscuro degli uomini”, curato da Alessandra Bozzoli, Maria Merelli, Maria Grazia Ruggerini rovescia la prospettiva: la violenza sulle donne è un problema degli uomini.

Scrive Stefania Prandi su Donne di Fatto:

“Le tre studiose, fondatrici della società “Le nove” – che si occupa di ricerche da una prospettiva di genere in Italia, Europa e nell’area del Magreb – hanno fatto il punto sulle esperienze d’avanguardia rivolte agli uomini violenti in Italia, mettendole a confronto con quelle del resto del mondo. Il risultato è una mappatura, la prima di questo tipo, delle azioni e degli interventi per gli uomini in ambito privato e pubblico che ribadisce la necessità di spostare l’attenzione sulla “questione maschile” che tutta la violenza di genere sottende, in modo da operare sulle radici del fenomeno e interrompere la sua “trasmissione” alle nuove generazioni”.

Un manuale didattico e interessante per scoprire le dinamiche della violenza sulla donna da parte dell’uomo, un cui vengono descritte anche le moltissime iniziative

“di sensibilizzazione, ascolto, incontro, intervento psico-educativo, realizzate da: Progetto uomini non più violenti di Bergamo, ‘Consultorio per gli uomini e gli interventi sulla violenza di genere’ di Bolzano e Rovereto, ‘Centro ascolto uomini maltrattanti’ (Cam) di Firenze, ‘Centro trattamento maltrattanti’ di Forlì‘Il lato oscuro – L’aspetto della sofferenza’ di Genova, ‘Centro italiano per la promozione della mediazione’ (Cipm) di Milano, centro ‘Stop alla violenza domestica’ (Savid) di Milano, ‘Presidio criminologico territoriale‘ sempre a Milano come anche il progetto ‘Uomini non più violenti’, Centro liberiamoci dalla violenza (Ldv) di Modena, progetto ‘In rete’ di Ferrara, progetto ‘Liberi dalla violenza‘ di Rimini, progetto ‘Relazioni libere dalla violenza‘ di Roma, progetto di ‘Be free‘ di Roma, ‘Sportello telefonico per l’ascolto del disagio maschile‘ di Torino, “Interpares/Intervento con uomini violenti” di Trieste (3203735663)”

Non solo, nel libro vi sono descritti anche nuovi progetti. Come “Il lato oscuro degli uomini”, intervento che sta per essere avviato nel territorio di Caserta da parte del centro antiviolenza della cooperativa “Eva”:

“Contiene una serie di riflessioni, proposte e testimonianze di studiose e operatori con diversi ruoli professionali che lavorano nell’ambito della lotta alla violenza di genere. Tra questi, solo per citarne alcuni, il sociologo Marco Deriu, la criminologa Francesca Garbarino, la psichiatra Chantal Podio, il counselor Michele Poli. Una pluralità di voci per analizzare, da diverse angolazioni, le ragioni e le motivazioni che “spiegano” i comportamenti violenti degli uomini e per ribadire la necessità di un cambio di ottica in grado di trasformare “il maschile” da problema a risorsa nella lotta contro la violenza”.

Ancora:

“Nel testo si trovano anche una lettura delle leggi esistenti, con analisi dell’impostazione e dei limiti; un esame dei modelli comunicativi apparsi nelle recenti campagne pubbliche di sensibilizzazione; lo sguardo dei figli come motivazione alla scelta della “cura” da parte degli uomini. In appendice poi il recente decreto legge “sul femminicidio” con un commento in cui vengono messi sotto accusa “gli estremi della straordinarietà” (la situazione infatti è grave almeno dal 2006, periodo dei primi dati Istat disponibili), il ricorso al diritto penale “il più debole intrinsecamente quanto a capacità di incidere sui rapporti di potere” e non utile né per la prevenzione né come deterrente, l’uso non coerente del linguaggio utilizzato. In generale, si legge, “la filosofia del decreto comporta una riduzione dell’autodeterminazione della donna a vantaggio di una logica di irrigidimento e pretesoefficientismo delle attività di polizia giudiziaria e processuali”.