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Egitto: polemica per il canale tv di sole donne

23 Maggio 2012 - di Claudia Montanari

IL CAIRO – È polemica, in Egitto, per il canale televisivo satellitare Marya condotto da sole donne con il velo integrale. L’emittente, ”esclusivamente femminile” come ha precisato la sua general manager Sheikha Safaa, sta testando le sue trasmissioni e fa sapere che agli uomini non sara’ permesso di interferire nelle sue politiche editoriali o nei contenuti dei programmi. Sheikha Safaa ha precisato anche che il proprietario del canale, l’ultraconservatore salafita Sheikh Abu Islam Ahmad Abd Allah, avra’ un ruolo solo “consultivo” per la sua “esperienza nei media”.

“Il lavoro nell’emittente sara’ condotto dalle sorelle, soprattutto perché le donne sono piu’ brave a parlare delle proprie necessita”’, ha detto, aggiungendo che l’emittente ”punta a togliere le ingiustizie” sulle donne velate che soffrono della marginalizzazione. Il titolare dell’emittente ha detto di aver scelto il nome Marya per la sua televisione in riferimento a Mariyah al-Qibtiyyah, una donna che venne donata al Profeta Maometto e che gli diede un figlio, Ibrahim.

In un’intervista con Masrawy, il veterano della serie televisiva egiziana Tarek Habib ha denunciato l’idea di una emittente di sole donne velate affermando che il niqab è stato piu’ volte usato per commettere reati. E’ essenziale, ha aggiunto, conoscere l’identita’ e il sesso di chi va in onda e parla a milioni di telespettatori.

Anche l’attrice egiziana Athar Al Hakim, citata dalla rivista femminile Majalatouki, ha contestato l’emittente. ”Ho il diritto di sapere chi mi sta parlando dallo schermo televisivo – ha detto – La questione del niqab è un fatto che riguarda la sicurezza nazionale ed è inaccettabile nella societa’ egiziana nonostante le diversita’ religiose”.

“Ho chiamato mia mamma dicendole che era scoppiata una bomba – dice Aurora ancora terrorizzata da quei momenti – poi ho mandato un sms a un compagno dicendogli di restare a casa. Il tempo in quei momenti sembrava essersi fermato”. E ancora: “Non è giusto che qualcuno interrompa i battiti dei nostri cuori”.

Ricorda Melissa anche il procuratore Grasso. Nel suo intervento nell’aula bunker dell’Ucciardone (c’è anche una folta rappresentanza dell’Fbi americana), esordisce: “Siamo qui per ricordare Melissa, che ha viaggiato con noi sulla nave della legalità e per ricordare Falcone e Borsellino, per dare il giusto valore alla memoria e al patrimonio che ci hanno lasciato”.

”Falcone e Borsellino sono stati e sono punto di riferimento non solo per me ma per il Paese. Per i valori che hanno saputo trasmettere e per per la speranza che sapevano infondere”. Il procuratore quindi ripercorre la parte umana oltre che professionale della sua lunga amicizia con il giudice Falcone.

“Noi cerchiamo sempre la verità – sottolinea il procuratore – Non sempre è stato facile, ma oggi c’è un maggiore consapevolezza circa una battaglia che va combattuta fino in fondo. Ora ci vuole la collaborazione di tutti. Qualcuno non ha detto tutto. È il momento di farlo. Chiunque sa parli, da qualunque parte stia”.

Da Palermo a Roma. Qui, al sacrario della Scuola superiore di polizia in una cerimonia di commemorazione della strage di Capaci il presidente della Commissione antimafia Beppe Pisanu dichiara: ”Venti anni sono tanti, ma è viva la memoria e soprattutto l’impegno dell’antimafia come del resto dell’intera magistratura e delle forze dell’ordine di acclarare tutta la verità sulla stagione delle stragi di Stato”.

Oggi a Palermo, ricorda Pisanu, ci sono ”tanti giovani e anche i ragazzi della scuola Morvillo-Falcone, insieme agli uomini dello Stato e delle forze dell’ordine: tutti legati -osserva Pisanu- dall’impegno comune e dalla volontà di riscattare le terre oppresse dalla mafia. C’è in tutti loro la consapevolezza che il cancro della criminalità organizzata sia esteso a tutto il Paese e va combattuto con uguale energia anche quando non si manifesta con la violenza di un tempo, ma è sempre una minaccia grave che incombe sull’economia, sulla società e sulle istituzioni. Da ciò -conclude Pisanu- l’impegno a fronteggiare il crimine organizzato efficacemente in ogni angolo del Paese”.

 

Fonte: Adnkronos

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