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Donne e Isis, le brutali regole tra aborti e rapporti violenti

WASHINGTON – Donne e Isis, le brutali regole tra aborti e rapporti violenti. Una vera e propria lista di regole su come devono essere trattate le donne schiave in mano agli uomini dell’Isis. Una agghiacciante, orripilante fatwa -che nel mondo islamico ha forza di legge- su come gli uomini dell’Isis stiano cercando di reinterpretare gli insegnamenti del Corano per giustificare una terribile schiavitù sessuale delle donne facenti parte delle zone cadute sotto il controllo del movimento estremista sunnita, in Iraq e Siria.

Le regole, che hanno del brutale, sono state rese note da La Reuters sulla base di documenti venuti in possesso delle forze Usa. La fatwa comincia con un interrogativo: “Alcuni fratelli hanno commesso violazioni nel trattare le schiave. Queste violazioni non sono consentite dalla ‘sharia’ perche’ queste regole non sono state trattate negli anni. Ci sono eventuali avvertimenti su questo tema?”. Si legge su Repubblica:

Un elenco che fa rabbrividire. “Non si può fare sesso con una prigioniera prima che abbia avuto il ciclo mestruale e sia pulita”; “Se è incinta, non si può fare sesso con lei fino al parto” e “Non le si può causare un aborto”. Se poi la prigioniera ha una figlia, il padrone può avere rapporti o con l’una o con l’altra, ma non con entrambe, e l’altra sarà per sempre off-limit. Se le prigioniere sono sorelle, il padrone può avere rapporti con una sola delle due: ma può fare sesso con l’altra “se vende la prima, la regala o la libera”. Se una donna è prigioniera di un padre, “suo figlio non può avere rapporti con lei, e viceversa”

O ancora: “Se due o più individui comprano insieme una prigioniera, nessuno di loro può avere rapporti con lei perché è proprietà condivisa”; “Non si possono avere rapporti con una donna con il ciclo mestruale”; “E’ vietato fare sesso anale con una priginiera”; o in ultimo “bisogna mostrare compassione, comportarsi bene con lei, non umiliarla”.

Per Abdel Fattah Alawari, decano di teologia islamica ad al-Azhar, il millenario centro di cultura islamica egiziano, l’Isis “non ha nulla a che fare con l’Islam” e “travisa deliberatamente versi e parole secolari (del Coprano), pensati proprio scoraggiare, certo non incoraggiare, la schiavitù. L’Islam predica la libertà degli schiavi, non la schiavitu’. La schiavitu’ era lo status quo quando l’Islam fece irruzione (nella Storia). Il giudaismo, la cristianita’, i greci, i romani, i persiani, tutti praticavano la schiavitu’ e catturavano le donne dei loro nemici per farne schiave sessuali. Ma l’Islam trovo’ la pratica aberrante e lavoro’ a lungo per cancellarla”.

Claudia Montanari

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