Costantino Mendieta, "Michelangelo del lato b": non creo sederi ma opere d'arte

Costantino Mendieta, “Michelangelo del lato b”: non creo sederi ma opere d’arte

9 Dicembre 2014 - di Claudia Montanari

MIAMI – Si ritiene il “Picasso del lato b”, il “Michelangelo del sedere” nel vero senso della parola. Il dottor Costantino Mendieta è un chirurgo che opera a Miami ma è famoso in tutto il mondo. Da lui ci va chi vuole letteralmente far cambiare forma al proprio lato b. Si ritiene un artista, Costantino Mendieta, che non a caso ha dichiarato più volte:

«Sono figlio di un architetto, conosco le proporzioni, per capire la bellezza ho studiato il David di Michelangelo. L’arte serve, anche se tutte poi ti chiedono un sedere alla Jennifer Lopez, alla Beyoncé o alla Pippa Middleton»

E infatti Mendieta è il paladino del lato b. Lui non interviene solo chirurgicamente, lui le natiche le rimodella proprio come un artista. Sposta il grasso quando c’è da spostarlo e, soprattutto, crea una forma armonica tra la vita e il sedere perché, spiega, il segreto è tutto lì. Si legge su Repubblica:

«Quindici anni fa contava solo il davanti, il viso di una persona, ora anche il dietro ha la sua importanza. È stato difficile arrivarci, ho studiato molto, devo dire grazie a mia moglie, mi ha aiutato a vedere il fondoschiena con una prospettiva più femminile. Ho sempre saputo che avrei fatto il chirurgo estetico, da quando avevo otto anni, e mio zio in Nicaragua rimetteva a posto i volti straziati delle vittime di guerra».

Emanuela Audisio ha raccontato il “fenomeno Mendieta” su Repubblica:

Mendieta ha reso Miami la centrale della chirurgia plastica, spodestando Beverly Hills. Il settore è in crescita. Nel 2012 negli Usa ci sono state quasi due milioni di operazioni di chirurgia plastica. E nel 2013 gli interventi sul didietro sono aumentati del 58%. «C’è la crisi, ma io non la sento, anzi il mio lavoro è aumentato del 30%. Rifaccio 450 sederi l’anno. Il mio prezzo base: 14 mila dollari. Il lato b è internazionale: Sudamerica, Africa, Russia, Giappone, Arabia. Più donne, 80%, che uomini. Non solo gay e trans. I maschi vengono da me verso i 30 anni, il dieci percento è composto da etero con il sedere secco. La prima cosa che gli uomini perdono con l’età è il grasso nei glutei».

E l’opzione “meglio rispettare la natura” per Mendieta non è contemplata:

«Per carità, non ho nulla contro la cultura cattolica, ma non mi vengano a dire che il corpo me l’ha dato Dio e lo devo tenere così com’è. Perché, se non mi dà felicità? Dio mi vuole triste e depresso? Non credo. Non c’è sedere che io non possa migliorare. Io stesso ne ho fatte cinque di operazioni: naso, trapianto di capelli, liposuzioni varie. Combatto con i chili di troppo, corro con il mio cane, ma non basta. Sono il primo a dire che la chirurgia plastica non è per tutti, infatti mio figlio non ne vuole sapere. Non tratto solo ballerine e gente di spettacolo, ma anche manager, casalinghe, segretarie. E ai miei pazienti chiedo: cercate di ricordarvi il momento della vostra vita in cui vi siete sentiti bene e sicuri di voi. Com’era il vostro corpo? Lo rivolete così?»

 

Eppure, a Mendieta arrivano centinaia di richieste di “sederi famosi”. In molti arrivano con le foto delle attrici/attori che preferiscono:

«Io ho il mio sistema di valutazione dei sederi. Ci sono quattro tipi diversi di sedere, a prescindere dalla nazionalità. Si prendono due punti, la parte superiore esterna e quella inferiore, e da questi si ottengono delle forme A, V, cerchio e quadrato. La prima è la più bella. Nei soggetti A la vita è più piccola dei fianchi con un rapporto di 0.7. E poi ci sono le differenze culturali: il discrimine sta nella larghezza dei fianchi. I latini tendono a preferire il sedere alla Jennifer Lopez, un po’ più pieno in basso e coi fianchi più larghi. Gli asiatici prediligono i fianchi stretti perché vogliono sembrare più snelli e alti. Gli afro-americani vogliono un fondoschiena enorme, bello pieno e tondeggiante, alla Serena Williams, mentre gli europei apprezzano più varietà»

Insomma, per Mendiata volersi rifare una parte del corpo è un puro diritto. Tuttavia, il chirurgo mette in allarme:

“Ma diffidate dei macellai, di chi vi inietta silicone, cemento e sigillante per pneumatici. Sono criminali, firmano orrori, si può morire e ci sono già state vittime. Mentre l’autotrapianto non dà rigetti”

Certo, un lato b non può essere riempito all’infinito:

«Infatti, dipende dall’anatomia. La pelle delle natiche limita l’elasticità e la quantità. Una cosa ci tengo a dire: un sedere rifatto non si sgonfia, perché io rimodello, rimane l’80 percento del grasso che inietto. Il restante 20 percento si perde, ma la riduzione è identica per entrambe le natiche. I tempi di recupero sono questi: dieci giorni per tornare al lavoro, un mese per risentirsi normali, due mesi per riandare in palestra, sei mesi per vedere il risultato finale. Una vera opera da museo». «Ho rivoluzionato il lato b. L’ho studiato per sette anni. Ho un occhio pazzesco per le forme. Ho scritto uno dei due libri esistenti al mondo sul tema, si chiama l’Arte di scolpire i glutei. Ho dato nobiltà al didietro. E non posso scomodare Michelangelo?»