Collezione rtw 2013

Contraffazione? Non sempre un danno: dà un valore extra al marchio

13 Marzo 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – La contraffazione è uno dei problemi che più mina il settore dell’abbigliamento ed accessori. Eppure, non sempre è un danno.

Almeno in base a quanto è emerso da una ricerca finanziata dal Miur ministero dell’Istruzione dell’Univesità e della Ricerca) e realizzata dall’ateneo di Brescia con la collaborazione di quelli di Modena, Reggio Emilia, Parma e della Bocconi di Milano.

Lo studio, presentato oggi all’Università Bocconi nell’abito del convegno ‘L’impatto della contraffazione sulle aziende moda di alta gamma evidenzia, infatti, l’effetto ‘snob premium’, in virtù del quale il consumatore riconosce un valore extra alle marche che sono oggetto di contraffazione, dando ragione alla stilista Elsa Schiaparelli, che tempo fa scriveva “quando non ti copiano più, significa che non sei più bravo e che hai smesso di fare notizia”, come ha ricordato durante il convegno Carlo Marco Belfanti dell’Università di Brescia.

Il campione di ricerca, ad esempio, per una borsa da donna di marca nota è disposto a pagare 210 euro in assenza di contraffazione, cifra che sale a 350 euro in caso di presenza di falsi. Non bisogna però dimenticare i danni che il mercato nero provoca su un’intera filiera e sullo stesso consumatore.

Per questo esistono degli strumenti per combatterlo, come Certilogo, un provider specializzato in soluzioni di tracciabilità e protezione della marca, scelto da circa 30 brand tra cui Lanvin Paris, Blumarine e Versace, e che considera il consumatore un alleato della marca coinvolgendolo direttamente. “Noi puntiamo anche sull’individuazione dei produttori” ha spiegato Silvia Carteny del gruppo Versace “per bloccare i prodotti prima che arrivino sul mercato”.