compiti a casa

Compiti a casa? In Francia i genitori si oppongono

3 Aprile 2012 - di Claudia Montanari

ROMA – Spesso accade che siano i bambini a non voler fare i compiti a casa. Ma in Francia, almeno per le prossime due settimane, saranno i genitori a chiedere ai propri figli di non prendere dalla cartella quaderni e libri una volta lasciata la scuola. Un singolare boicottaggio quello ideato dalla Fcpe (principale associazione che raccoglie i genitori dei ragazzi iscritti alle scuole pubbliche francesi) che per protestare contro “l’inutilità e l’ingiustizia” dei compiti a casa assegnati ai bambini che frequentano gli istituti elementari francesi, ha lanciato prima un appello pubblico lo scorso 15 marzo e poi più recentemente promosso la protesta attraverso un blog.

L’associazione chiede a insegnanti e genitori di organizzare due settimane senza compiti a casa e di immaginare assieme altri modi per comunicare il lavoro fatto in classe. Secondo i contestatori non solo i benefici degli esercizi scolastici a casa non sono mai stati provati scientificamente, ma i compiti sono spesso causa di profondi litigi tra genitori e figli. Infine questi rinforzano le ineguaglianze tra i bambini perché non tutti hanno la possibilità di essere seguiti quotidianamente dai propri familiari.

Il blog dei genitori ha raccolto già 22.000 adesioni e ha sviluppato un acceso dibattito sui quotidiani transalpini: esso invita i familiari dei bambini iscritti alle elementari a raccontare la loro esperienza e a proporre nuovi modi di immaginare il rapporto scuola-famiglia. In realtà in Francia esiste una legge del 1956 che vieta agli insegnanti di assegnare compiti a casa ai bambini delle scuole primarie. Tuttavia questo divieto è aggirato dai maestri che spesso caricano di eccessivo lavoro i ragazzi che spendono in media circa un’ora della sera a finire gli esercizi che gli sono stati assegnati.