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Christine Lagarde accusa: “Complotto contro le donne sul lavoro”

ROMA – Christine Lagarde accusa: “Complotto contro le donne sul lavoro”. Un insidioso complotto contro le donne sul lavoro che fa perdere all’economia mondiale 9 mila miliardi di dollari. Chrstine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, non usa mezzi termini sul suo blog per lanciare l’accusa di un complotto vero e proprio contro le donne sul lavoro:  “In troppi Paesi, troppe limitazioni legali cospirano contro le donne, impedendo loro di essere economicamente attive. In un mondo che ha tanto bisogno di crescita,le donne possono dare un contributo, se solo hanno di fronte a sé delle pari opportunità e non una insidiosa congiura”

La Lagarde, una delle donne più potenti al mondo e da sempre molto attenta in merito ai diritti delle donne, soprattutto nel mondo del lavoro, lancia il monito sul suo blog, a commento dell’ultimo studio Fmi sui costi economici del sessismo. Si legge su Huffington Post:

“L’imponente ricerca sottolinea come “in più di 40 nazioni, tra cui molto ricche e avanzate, si perde più del 15% della ricchezza potenziale, per effetto delle discriminazioni contro le donne”. L’Italia si colloca in questa media (il Pil crescerebbe del 15% se ci fossero più donne al lavoro), mentre gli Stati Uniti perdono il 5% del Pil, il 9% in Giappone e addirittura il 34% in Egitto.
In totale, il mondo perde 9mila miliardi di dollari a causa di ingiuste restrizioni sul lavoro femminile, che non si traducono soltanto in leggi discriminatorie ma anche in tendenze culturali dure a morire: ancora poche donne si lanciano in professioni tradizionalmente maschili come l’ingegnere, il ricercatore, il politico”.

Ancora, si legge sull’HP:

“Nessun Paese è davvero immune dal sessismo. Scrive Lagarde: “Quasi il 90% dei Paesi prevede almeno una restrizione importante sul piano legislativo, e alcuni ne hanno molte. Queste restrizioni possono andare dal permesso del marito richiesto alle donne per poter lavorare, alle leggi che impediscono alle donne l’accesso a determinate professioni. Altre limitano la possibilità delle donne di possedere qualcosa, o di ereditare, o chiedere un prestito”.

Per questo motivo Lagarde, prima donna a guidare l’Fmi, ha rinnovato sul suo blog l’invito alle istituzioni finanziarie internazionali a rafforzare il ruolo delle donne nelle economie del mondo, sottolineando come questo atteggiamento migliorerebbe le prospettive di crescita e di sviluppo. Argomenti ancora più validi laddove vi sia una recessione economica o una popolazione in rapido invecchiamento, come ad esempio il Giappone.

Claudia Montanari

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