Casalinghe, altro che manager: "Loro lavoro vale 7000 euro al mese"

Casalinghe, altro che manager: “Loro lavoro vale 7000 euro al mese”

27 Gennaio 2014 - di Claudia Montanari

ROMA – Se avessero diritto ad una busta paga, varrebbe quanto quella di un buon manager di una grande azienda.

A “monetizzare” il lavoro delle casalinghe è il sito americano Salary.com secondo cui il lavoro delle casalinghe, se fosse retribuito come qualsiasi altro lavoro, varrebbe circa 83 mila euro l’anno: cuoca, autista, insegnante,  psicologa, contabile, manager,  addetta alle pulizie, operaia, lavandaia, babysitter. Dieci professioni in una, insomma.

Ad analizzare il fenomeno è Irene Maria Scalise che su Repubblica Scrive:

“Non  più mogli e madri sull’orlo di una crisi di nervi, bensì insospettabili  “tesoretti” di una famiglia media. Gli esperti  hanno intervistato  oltre sei mila donne, indagando sul tempo  che dedicano ai dieci  fondamentali  lavori domestici ogni settimana. Una casalinga avrebbe  cucinato per 14 ore settimanali  a 10 euro l’ora. Si sarebbe trasformata in autista, per figli  grandi e piccoli, per 8 ore alla  settimana a 10 euro l’ora. Avrebbe  impartito ripetizioni per 13 ore la  settimana, alla stessa cifra. Non solo. Per tamponare le varie  crisi  familiari si sarebbe trasformata  in psicologa almeno 7 ore alla  settimana, a 28 euro l’ora,  e in manager a 40 euro l’ora.
A quanto  ammonterebbe dunque  lo stipendio di una super mamma? Il risultato si  ottiene moltiplicando il numero di ore trascorse, tra una lavatrice e  una corsa per portare i figli in piscina,  con le tariffe medie delle  diverse  categorie professionali. La somma finale, niente affatto  trascurabile, è pari a quella di un quadro di un’azienda o di un  manager di buon livello: 6.971 euro al mese. Sfacchinando una media di  94 ore alla settimana, le “non lavoratrici” multitasking  raggiungerebbero così un reddito  annuo di 83 mila euro. Una cifra  destinata a lievitare in grandi metropoli come Roma, Milano, Parigi o New York dove uno psicologo o una governante  viaggiano su ben altre tariffe”

Insomma, una bella rivincita per le oltre 4 milioni di casalinghe presenti in Italia

“«Se non ci fossero le mamme come farebbero molte  famiglie a conciliare i vari impegni?  Chi andrebbe a prendere i bimbi a  scuola visto che gli orari non si conciliano mai con quelli degli  uffici? La realtà è che fanno  risparmiare parecchi soldi allo  Stato», ama commentare Tina Leonzi, fondatrice del Moica, Movimento  italiano casalinghe.  E dall’America arriva la conferma. «Sicuramente la  posizione  dell’Italia è insostenibile  », aggiunge Alessia Mosca,  capogruppo  Pd nella Commissione  Politiche Europee, da sempre  attiva  sulle questioni di genere, «senza contare il fatto che c’è moltissimo  lavoro in Italia che viene fatto da quelle che vengono definite  casalinghe ma in realtà non lo sono affatto perché  aiutano il marito  nella piccola  azienda di famiglia. Ci troviamo  così di fronte a  occupazioni  sommerse proprio in un Paese che ufficialmente ha il più  alto tasso di casalinghe»”

Come tutelare questo esercito di super donne?

“«Sicuramente un’ipotesi  pensionistica sarebbe auspicabile, noi abbiamo  più volte avanzato la richiesta che nell’età della pensione di ogni  lavoratrice fosse riconosciuto uno sconto per ogni figlio avuto, ma anche un reddito minimo per quelle che non hanno un impiego  sarebbe un  segno di civiltà ». In attesa che le cose cambino  le donne fanno  fronte comune.  Oltre al Moica o a Federcasalinghe,  è nato il portale  la Casalinga Ideale.it. «Ottimizzare  il tempo e pianificare» è il  mantra della fondatrice Giorgia Giorgi, lo stesso dei responsabili delle  aziende di tutto il mondo. Peccato però che per la casalinga  ideale  non ci siano stipendi e neppure bonus. Almeno fino a oggi”