Diete che fanno male, scandalo modelle pelle e ossa

Blog pro-ana, in carcere chi incita all’anoressia: proposta di legge

5 Agosto 2014 - di Claudia Montanari

ROMA – Multe salate e fino ad 1 anno di carcere a chi inneggia e incita all’anoressia. La proposta di legge (bipartisan) presentata a giugno prevede l’introduzione di un reato che permetta di punire chi “istighi a pratiche alimentari idonee a provocare anoressia e bulimia”. L’introduzione di questo articolo, il 580-bis, prevederebbe multe salate e anche il carcere per chi inciti ad abitudini alimentari sbagliate e dannose per la salute.

IL RUOLO DI INTERNET:

La rete internet sembra giocare un ruolo fondamentale nella proliferazione di blog “pro ana” e “pro-mia” che inneggiano all’anoressia e alla bulimia (pro ana, ovvero pro anoressia, e pro-mia, pro bulimia). Questi blog, ricchi di “consigli” e “trucchetti”, promuovono pratiche alimentari volte a raggiungere la magrezza estrema, dannosa per la salute.

Con l’introduzione della legge proposta, i titolari di blog che inneggino all’anoressia o bulimia potranno essere puniti fino ad 1 anno di reclusione, oltre che con le sanzioni pecuniarie da 10 mila a 50 mila euro, da raddoppiare nel caso che la vittima sia un minore di 14 anni.

 Maria Novella De Luca su Repubblica, analizza in maniera precisa e chiara la proposta:
“Il primo articolo prevede l’estensione del reato di “istigazione al suicidio”,articolo 580 del codice penale, per quei siti (centinaia, ma i più famosi si chiamano “pro-Ana” e “pro-Mia”) dove giovanissime e spesso gravi anoressiche si scambiano consigli per mangiare sempre meno. Con “tecniche” che prevedono farmaci, vomito, digiuni. Esaltando un ideale di magrezzasempre più estremo, un controllo del cibo così ossessivo, che non di rado porta ragazzine giovanissime sulla soglia dell’addio alla vita. Il testo si compone di tre articoli: il primo ipotizza appuntol’istigazione al suicidio, gli altri due chiedono misure e fondi per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari
 I disturbi alimentari, d’altro canto, sono diventati una vera e propria piaga sociale. Tuttavia, in rete è già scoppiata la polemica in quanto non tutti pensano che una legge possa risolvere la drammatica situazione. Si legge su Repubblica:
“In Rete la polemica è esplosa, tra chi difende la legge Marzano, e chiede provvedimenti simili a quelli della Polizia Postale contro la pedopornografia. C’è chi invece la definisce figlia di un “inutile proibizionismo” come tutti i tentativi diimbavagliare Internet. Una polemica nota. Ma a sorpresa, a favore della legge Marzano, si schierano alcuni medici in prima linea nella cura di giovanissime e giovanissimi pazienti. Armando Cotugno, psichiatra, dirige il centro sui disturbi alimentari della Asl Roma E. Un centro di eccellenza nella spesso dissestata sanità romana. Mille adolescenti in cura, uno staff di 13 persone, e un approccio quasi tutto basato sulla terapia familiare. «Il messaggio della legge può sembrare estremo, ma da psichiatra lo appoggio pienamente, anzi ho raccolto le firme a favore. È chiaro che non sono questi siti ad indurre la malattia — spiega Cotugno — ma ho visto quanto è difficile curare chi li frequenta. Rinforzate ed esaltate dal gruppo le ragazzine anoressiche diventano più aggressive, spesso impermeabili alle cure».
 ATTENZIONE ANCHE AL DOPO:
“Nel centro della Asl Roma E le adolescenti (pochissimi i maschi) vengono prese in carico insieme a tutta la famiglia. «E il metodo funziona. Una volta che hannorecuperato il peso, che il loro quadro clinico è migliorato, inizia il percorso psicologico vero e proprio. Ebbene, se in questo delicato momento il loro cammino si intreccia con i gruppi pro-Ana noi vediamo delle gravissime regressioni». Conclude Armando Cotugno: «Quindi ben vengano misure così forti. Nessuno di noi si illude: non è certo chiudendo un sito Internet che risolveremo il dramma dei disturbi alimentari, ma almeno il nostro lavoro non sarà vanificato»”