ROMA – Sarà a causa del caro benzina o perché i cittadini delle grandi metropoli sono ormai saturi del traffico e dello smog, il bike sharing sta avendo un notevole incremento.
I dati dicono che in media in Europa i servizi di bike sharing nelle città con popolazione superiore a 500.000 abitanti offrono 15,6 biciclette ogni 10.000 abitanti. E, nonostante in Italia siamo ancora lontani dal numero di biciclette che dovrebbero essere a disposizione per la popolazione (a Milano per esempio il servizio BikeMi dovrebbe avere ogni giorno almeno 2.090 biciclette disponibili mentre ce ne sono solo 1.800, a Roma 4.330 mentre ne circolano solo 335), il dato importante è che il bike sharing ha comunque avuto un incremento notevole.
A Milano, ad esempio, dopo il provvedimento anti-traffico Area C, il numero degli abbonati al servizio è raddoppiato e questo, sorprendentemente, a prescindere dalle condizioni meteorologiche avverse. Attualmente nel nostro paese il bike sharing è attivo in 160 città e a queste si stanno pian piano aggiungendo altri centri più piccoli.
Attivare un buon servizio di bike sharing nella propria città non è certo però cosa semplice, bisogna seguire una serie di regole. In aiuto degli amministratori locali che si trovano a dover valutare lo stato del proprio servizio, volerlo migliorare e lanciare ex-novo, arriva il primo manuale europeo dedicato all’argomento, l’Obis Handbook, scaricabile sul sito centralemobilita.it e diffuso da Legambiente, e realizzato grazie al progetto Obis che ha monitorato la situazione italiana ed europea per tre anni.
Poi, per chi obietta che i costi siano troppo alti, il dossier ricorda che “i contributi possono essere ottenuti da sponsor locali, imprese e organizzazioni che operano in ambito sociale”. “In termini di costi, il bike sharing è comunque relativamente poco costoso se paragonato ad altre infrastrutture e servizi di mobilità (come le infrastrutture per le automobili e il trasporto pubblico). Con la crescita del mercato di questo servizio i costi sono destinati a calare. Quando si valutano i costi e i risultati di un servizio di bike sharing si devono considerare gli effetti positivi indotti e fare un confronto con altre misure altrimenti attivabili con le medesime risorse economiche”.
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