bambino che legge

Bambini: ora anche i maschi leggono tanto (e bene) quanto le femmine

22 Aprile 2013 - di Claudia Montanari

ROMA — I bambini maschi adesso leggono quanto le femmine. Ed è una buona nuova notizia, visto che fino ad ora le bimbe staccavano, in merito alla lettura,  di parecchi punti i maschietti.

E questa notizia fa bene anche a certi stereotipi che vedevano, nella scuola primaria, le femminucce come “brave-buone-obbidienti” mentre i maschietti “ribelli-distratti-turbolenti”.

A sottolineare come i bambini maschi adesso leggano tanto (e bene) quanto le femmine è stato uno studio contenuto nella ricerca “Progress in International Reading Literacy Study del 2011” che, scrive Maria Novella De Luca su Repubblica, “ogni cinque anni analizza nelle classi di quarta elementare, i livelli di comprensione dei testi scritti. E su questi dati Stefano Molina, ricercatore della Fondazione Agnelli, ha elaborato una indagine pubblicata sul sitoNeodemos,con il titolo “Differenze di genere sui banchi di scuola”, in cui dimostra quanto nell’infanzia il nostro Paese sia quello con i divari più bassi, mentre poi, a partire dall’adolescenza le differenze diventino invece dei fossati“.

Stefano Molina spiega a Repubblica: “Il salto in avanti dei maschi nella lettura è avvenuto negli ultimi 10 anni. Nel 2001 il loro rendimento si distanziava di 8 punti da quello delle femmine, nel 2007 di 7, fino al 2011 in cui il divario è diventato di 3, e dunque minimo. Ed è un bel successo, dovuto a più fattori. Da una parte i bambini corrono veloci quanto le bambine. Dall’altra forse la scuola non è stata in grado di consentire alle femmine, che da sempre hanno un rendimento migliore, di esprimere tutte le loro potenzialità”. 

I motivi che hanno di fatto appiattito la differenza delle capacità di lettura, spiega Maria Novella De Luca, sono più di uno: “Carmela Buffo insegna da oltre 30 anni in una grande scuola romana, «dove arrivano bambini di ogni ceto sociale, da quelli con migliaia di libri nella biblioteca dei genitori, a ragazzini che non ne possiedono nemmeno uno». Dice Carmela Buffo: «In una stessa classe ci sono allievi con diversi livelli di rendimento, e tradizionalmente le femmine sono un po’ più avanti dei maschi. Ma questo spesso si è tradotto in una sorta di pigrizia da parte degli insegnanti, anzi delle insegnanti,che non si sono preoccupate abbastanza di stimolare i maschi perché ritenuti immaturi». Là dove invece la scuola ha tenacemente promosso la lettura, e «grazie anche a una rivoluzione nei libri dell’infanzia, con alcuni titoli che hanno catturato i bambini senza differenza di sesso», aggiunge Carmela Buffo, «i risultati si sono visti, e in particolare sui maschi».

In fondo libri come Harry Potter, che sono stati un successo al di là del genere maschile e femminile, ne sono un esempio.

Non tutti gli esperti sono però concordi sul merito che ha la scuola sulla nuova tendenza. Benedetto Vertecchi, pedagogista di lungo corso, spiega a Repubblica: “Se i maschi hanno scoperto la lettura, mi fa un gran piacere, ma non dipende dalla nostra agonizzante istruzione pubblica, bensì da una maggiore attenzione delle famiglie alla vita dei bambini, libri compresi. Con i tagli selvaggi, la scuola oggi sta tornando proprio ai suoi stereotipi tradizionali, ai maschi la scienza, alle femmine laletteratura, i ricchi vanno avanti, i poveri si fermano. Viene da chiedersi come mai a 9-10 anni bambine e bambini siano eguali nella lettura, e poi invece a 15 le femmine superino i loro coetanei di ben 46 punti nella comprensione di un testo scritto. Penso che i fattori siano due: una spinta sociale, per cui alle bambine viene regalata la Barbie, e ai maschi il “Piccolo chimico”, e via via quel fattore di uguaglianza si perde. E una motivazione, poi, interna alla scuola, che purtroppo nella comunicazione del sapere tende a ricreare differenze”.