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Anna C. Bloomberg: “La mia amica è uscita con l’uomo che mi ha stuprata”

USA – “La mia amica è uscita con l’uomo che mi ha stuprata”: questa la confessione di Anna C. Bloomberg all’HuffingtonPost, in un lungo articolo pubblicato sul quotidiano americano. Quando era una matricola al college, si trovava insieme ad alcuni amici in una delle stanze dormitorio. Ad un certo punto si è allontanata per andare in bagno, una volta uscita è stata aggredita da un ragazzo, che precedentemente le aveva offerto da bere. In pochi secondi la sua vita è cambiata: il giovane le ha strappato via la camicia abusando di lei. Sconvolta per quanto accaduto, ha deciso di non raccontare a nessuno quella terribile esperienza.

“Nel corso dei restanti mesi del mio primo semestre, sono diventata emotivamente assente, quasi un guscio scavato all’interno di una persona. Ho creato un muro di facciata che ha convinto tutti – compresa me – Che io ero normale e niente c’era da cambiare. Ho razionalizzato i miei problemi dicendo a me stessa che la gente era peggiore di me e perciò non era un grosso problema”, spiega Anna.

Gli anni sono passati, il suo carattere chiuso e problematico l’ha allontanata dagli altri studenti che la consideravano una perdente, nonché una poco di buono. Ha conosciuo un altro ragazzo, ma rapportarsi sessualmente con lui è stato difficile. Non a caso, la storia è finita. Nel corso di questi anni ha cercato di portare avanti la sua vita, evitando di pensare e ripensare alla triste vicenda. Ma alcuni mesi fa, una notizia ha gelato il suo cuore:

“Pochi mesi fa, un mio caro amico mi ha detto che una delle nostre amiche inconsapevolmente era uscita con il mio stupratore. Il mio cuore è sceso fino allo stomaco ed è come imploso. Si è rotto. Un travolgente impeto di emozioni si è riversato su di me e sul mio cuscino e ha continuato a farlo per ore. Ho avuto difficoltà ad alzarmi dal mio letto e sono caduta in una profonda depressione. E’ stata quella la mia sveglia”.

Solo scrivendo la sua storia è riuscita a risollevarsi emotivamente, scegliendo di condividere il suo trauma invece che sopportarlo da sola.

“Credo che il silenzio può essere altrettanto dannoso quanto il trauma stesso”, conclude Anna, che ha deciso di rompere il silenzio.

Silvia_Di_Pasquale

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