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Afroamericani fermati nei negozi di lusso, polemica: “Solo per colore di pelle”

NEW YORK – Clienti di nazionalità afroamericana fermati per controlli di sicurezza e presi di mira dentro grandi catene di lusso a New York -tra cui Barneys e Macy’s– solo per il colore della pelle. Sono ormai migliaia i clienti che si sentono discriminati quando fanno acquisti per il semplice fatto di essere afroamericani. La mossa delle grandi catene sta scatenando proteste su Facebook e petizioni (sono state raccolte 14.000 firme) e rischia di compromettere l’immagine dei gruppi. Criticato anche il cantante Jay-Z. 

Le voci di persone che denunciano di essere state prese di mira perché afroamericani continuano ad aumentare. L’episodio che ha portato il problema sotto i riflettori è successo nel fine settimana: un attore del network tv Hbo, Robert Brown, ha dichiarato di essere stato detenuto negli uffici della catena di grandi magazzini Macy’s a Herald Square, accusato di aver rubato la carta di credito con la quale aveva comprato un orologio da 1.350 dollari alla madre. La pratica in continuo aumento si chiama “shop and frisk” e deve il suo nome alla controversa politica dello “stop and frisk” praticata nelle strade dalla polizia della metropoli: prevede di fermare e perquisire senza alcun indizio di reato persone a causa della loro appartenenza razziale.

Una portavoce della catena Macy’s ha dichiarato: “Il personale di Macy’s non è coinvolto nell’interrogatorio e nella detenzione del signor Brown. È stata un’operazione della polizia di New York”. Tuttavia Macy’s ha ammesso di aver dato la possibilità agli agenti di usare una stanza all’interno del negozio per detenere Brown che poi è stato liberato perché innocente.

Oltre a Macy’s anche Barneys – catena di negozi di abbigliamento di lusso – è stato fortemente criticato per via dello “shop and frisk”. Gli episodi hanno fatto mobilitare diverse associazioni per la difesa dei diritti civili. L’attivista Al Sharpton ha chiesto di incontrare l’amministratore delegato di Barneys e di boicottare gli acquisti nei negozi della catena.

Ieri il procuratore per i diritti civili di New York, Norman Siegel, ha chiesto alla commissione che si occupa della materia di aprire un’inchiesta sui casi per capire se ci si trova davanti a un grande problema di “controlli razziali all’interno dei negozi di New York”.

Nella polemica che si è scatenata su Facebook è stato coinvolto anche il rapper Jay-Z che da tempo è testimonial di Barneys. Dopo diverse accuse ricevute il cantante ha diffuso un comunicato sostenendo che “è ancora troppo presto per prendere una posizione. Voglio parlare solo facendo riferimento ai fatti e non alle emozioni”.

Fonte: Apcom

Claudia Montanari

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