ROMA – Dal 1 Gennaio gli abitanti della regione Lazio potrebbero non avere più acqua in casa e, la cosa peggiore, è che questa non è una novità per i sindaci della Regione. L’arsenico presente nell’acqua, infatti, supera i limiti consentiti e il 31 Dicembre scade l’ultima deroga per la distribuzione di acqua nonostante i livelli di arsenico presente superino i 10 microgrammi a litro di acqua, troppo alto.
L’allarme per i veleni nell’acqua è stato lanciato da Legambiente già da parecchio tempo. Giorgio Zampetti spiega sul “Corriere della Sera: “Le deroghe, inizialmente previste solo come misura transitoria, sono diventate purtroppo un espediente per non fare i necessari interventi di potabilizzazione. Dopo dieci anni dall’entrata in vigore della legge e a due dalla bocciatura dell’Unione Europea, in diverse regioni il problema è stato risolto, l’unica inadempiente è il Lazio. Un ritardo del tutto ingiustificato che costringerà dal 1 gennaio le centinaia di migliaia di cittadini che abitano nei territori coinvolti, a non avere acqua di rubinetto potabile. Al momento la Regione stessa prevede altri due anni per gli interventi, inutile dire però che i tempi devono essere molto più rapidi per garantire un’acqua buona e di qualità che esca dai rubinetti di casa”.
Ora Comuni e gestori del servizio dovranno garantire agli abitanti il servizio, che prevede 6 litri di acqua al giorno. Solo nella provincia di Viterbo i cittadini esposti ai veleni sono 300 mila.
Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, ha dichiarato: “È uno scandalo indecente, a causa dei ritardi accumulati dalla Regione Lazio per l’emergenza arsenico, nei prossimi giorni i Sindaci si troveranno a chiudere decine di migliaia di rubinetti nelle case dei cittadini e nelle imprese. Tutti sapevano fin dall’inizio che il 31 dicembre di quest’anno si sarebbe chiusa per fortuna per la salute dei cittadini la possibilità di deroghe ai parametri dell’arsenico e dei fluoruri, così come era chiaro che solo una minima parte degli interventi sarebbe stata completata”.
Il Corriere della Sera spiega inoltre che sono 43 i Comuni fuori norma solo a Viterbo: “Se fossero confermati i valori delle ultime analisi dell’Arpa Lazio, aggiornate al Dicembre 2012, secondo le elaborazioni di Legambiente in 43 Comuni dell’Ato 1 di Viterbo, sarebbero ben 141 i campioni che risulterebbero fuori norma per l’arsenico dal prossimo 1 gennaio 2013 e ben 48 i campioni fuori norma per i fluoruri. La Regione aveva richiesto ed ottenuto dalla Comunità Europea provvedimenti di deroga per il triennio 2010-2012 per una popolazione che, allo stato della richiesta, per l’arsenico interessava 788.312 abitanti in 86 comuni, afferenti alla provincia di Viterbo (294.306 abitanti, 54 comuni), Latina (283.642, 9 comuni) e Roma (210.364, 23 comuni); la deroga per il fluoro (valore di parametro previsto da D.Lgs. 31/2001: 1,5 milligrammi/litro, valore concesso in deroga: 2,5 milligrammi/litro) riguardava 461.539 abitanti totali in 78 comuni, in provincia di Viterbo (315.523 abitanti, 60 comuni), Latina (1.000, 1 comune) e Roma (145.016, 17 comuni)”.
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