Nei e tumore al seno: averne tanti può indicare una predisposizione

Nei e tumore al seno: averne tanti può indicare una predisposizione

11 Giugno 2014 - di Mari

PARIGI – Se state pensando di andare a farvi vedere i nei da un dermatologo in vista dell’estate fate bene. Non solo per tutelarvi da un eventuale rischio di melanoma, ma anche perché così vi proteggete da un tumore al seno. Avete capito bene: l’esame dei nei può svelare se c’è un rischio di cancro al seno. 

Due grossi studi indipendenti, uno condotto negli Stati Uniti e uno in Francia, dimostrano l’associazione tra la presenza di nei cutanei, specie se in gran quantità, e il rischio di questo tumore.

 

I risultati di questi due studi sono importanti perché suggeriscono la possibilità di utilizzare la pelle, in particolare la quantità di nei, come possibile specchio per intuire facilmente se vi è un rischio di tumore al seno.

Nello studio americano alle donne è stato chiesto di contare i nei presenti sul loro braccio sinistro di dimensioni superiori a tre millimetri e i ricercatori hanno stimato che una donna con più di 15 nei in questo distretto corporeo ha un rischio di ammalarsi di cancro al seno più alto del 35% rispetto a una donna senza nei.

Nello studio francese, invece, i ricercatori hanno chiesto alle donne di dire se avessero pochi, tanti o tantissimi nei sul corpo e hanno stimato che le donne con tantissimi nei hanno un rischio di sviluppare il cancro al seno di circa il 13% più alto rispetto alle donne donna con pochi o nessun neo.

E’ emerso anche che la presenza di ormoni steroidei (testosterone ed estrogeni) nel sangue (già notoriamente legati al rischio di cancro al seno) è anche legata alla numerosità dei nei sulla pelle. Ciò potrebbe spiegarsi, concludono i ricercatori, col fatto che gli ormoni in gioco nello sviluppo del cancro alla mammella possano in qualche modo anche condizionare la presenza dei nei sulla pelle e quindi indica che il loro numero sul corpo di una donna potrebbe essere usato come un marcatore del rischio di tumore al seno. Resta da chiarire se e quanto questa informazione possa migliorare le stime di rischio basate sui fattori di rischio noti già consolidati.

 

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