Toscolata: proteggere il cuore mangiando cioccolato

Toscolata: proteggere il cuore mangiando cioccolato

1 Aprile 2015 - di Mari

PISA – Proteggersi il cuore da infarto e altre patologie cardiache mangiando cioccolato. Un sogno che sta per diventare realtà. Il merito è dei ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che con il loro progetto Toscolata stanno mettendo a punto una tavoletta di cacao che protegge il muscolo più prezioso che abbiamo. 

Come ha spiegato Claudio Cantini, coordinatore scientifico del progetto,

“Sfruttando un bando regionale abbiamo avuto l’idea di realizzare un prodotto tipico partendo da un ingrediente come il cacao che non caratterizza l’agroalimentare toscano. Insieme a questo abbiamo utilizzato l’olio d’oliva e una mela autoctona per costruire questa cioccolata capace anche di avere effetti benefici sul sistema cardiovascolare”.

A produrla e immetterla sul mercato sarà l’azienda Vestri di Arezzo. Per la sperimentazione clinica, saranno arruolati 30 volontari portatori di almeno tre fattori di rischio cardiovascolare come fumo, colesterolo alto, familiarità per malattie cardiovascolari, sovrappeso, ipertensione.

I volontari saranno dovranno assumere 40 grammi di Toscolata ogni giorno, seguendo un protocollo sperimentale che alterna la Toscolata con olio extravergine e la Toscolata con la mela “Panaia” rossa. All’inizio e al termine di ogni assunzione saranno eseguiti prelievi per dosare il numero di cellule ematiche circolanti, note per essere diminuite nei pazienti che presentano fattori di rischio cardiovascolare e importanti per evitare la progressione del danno che porta alla formazione della placca aterosclerotica, responsabile di infarto, ictus, ischemie periferiche.

I medici che hanno partecipato al progetto si aspettano che questa cioccolata toscana aumenti il numero di queste cellule e a queste analisi saranno associate quelle dei metaboliti per ottenere un profilo di quelli esogeni (derivanti dall’assunzione di Toscolata) ed endogeni, coinvolti nella definizione del rischio cardiovascolare.