Social media non fanno bene al cervello: nemici dello spirito critico

Social media non fanno bene al cervello: nemici dello spirito critico

26 Giugno 2018 - di Silvia_Di_Pasquale

ROMA – I social media non fanno bene al cervello: possono diventare nemici dello spirito critico. Non è qualcosa di positivo per il cervello essere continuamente bombardato da messaggi, post, come quelli che arrivano senza sosta dai social media. Il rischio è che diventino solo una sorta di “protesi del pensiero”.

La pensa così uno dei massimi esperti di Neuroscienze a livello internazionale, Lamberto Maffei, della Scuola Normale di Pisa, che è intervenuto nell’Adunanza generale solenne dell’Accademia dei Lincei lo scorso 22 giugno. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]

“Non si può sottovalutare il rischio che lo sviluppo dei social media moderni, quali Facebook, Twitter e la televisione, diffondendo messaggi uguali a grandi moltitudini di persone, tenda a fare aumentare il cervello collettivo, oltre il grado richiesto per la socialità all’interno della specie”.

In questo modo, ha detto Maffei all’ANSA a margine della conferenza, “il cervello è letteralmente invaso da un’enorme quantità di messaggi, fino a trovarsi in una situazione di disagio” e finché gli stessi messaggi, ripetuti continuamente, diventano “protesi del pensiero”.

Con smartphone e tablet si stabilisce una “simbiosi” che rende più facile convincere e trasmettere “messaggi globali”: “il grande pericolo – ha rilevato – è la perdita dello spirito critico del cittadino” al punto da preferire di “seguire un pastore”, inteso come “colui che grida”. Le uniche possibili contromisure, per Maffei, sono nella scuola e nella sua responsabilità nell’educare i giovanissimi “ai valori della lettura e del pensiero e della scienza”.

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