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Dimagrire, cosa dovresti veramente evitare per perdere peso

17 Ottobre 2019 - di Claudia Montanari

ROMA – Quando si vuole dimagrire, spesso ci si focalizza solo sull’alimentazione trascurando altri dettagli che possono minare la nostra perdita di peso. Una recente ricerca suggerisce che le bevande dolci, più che i cibi solidi, sono responsabili dell’obesità e dell’aumento di peso. Il contributo dello zucchero aggiunto in una dieta deriva in gran parte dalle bevande zuccherate. L’effetto del saccarosio aggiunto nella dieta sull’apporto calorico e sul peso corporeo sembra dipendere dal fatto che sia in forma liquida o solida, secondo un nuovo studio sui topi. Se questi risultati verranno replicati anche sull’uomo, verrà convalidata la crescente preoccupazione sul consumo di bevande zuccherate.

Un recente documento su metabolismo molecolare riporta l’analisi completa dello studio. Un team di scienziati nel Regno Unito e in Cina ha dato a delle cavie cibo e bevande con zucchero aggiunto per 8 settimane. I risultati sono poi stati confrontati. In entrambi i gruppi di topi, lo zucchero aggiunto rappresentava il 73% delle calorie dietetiche disponibili.

John R. Speakman, professore alla scuola di scienze biologiche e ambientali dell’Università di Aberdeen nel Regno Unito, ha spiegato: “Il consumo di bevande con zuccheri aggiunti è stato ampiamente correlato al fattore obesità e alla difficoltà a dimagrire e abbiamo voluto capire se la modalità di ingestione (solida o liquida) degli zuccheri possa avere impatti diversi sulla regolazione del peso corporeo nei topi”.

I ricercatori hanno monitorato il peso corporeo dei topi, il grasso corporeo, l’apporto calorico e il dispendio energetico. Hanno anche misurato la risposta al glucosio e all’insulina come metodo per valutare quanto gli animali potrebbero avvicinarsi allo sviluppo del diabete. La ricerca sui topi rivela che il consumo di bevande dolcificate con fruttosio può interrompere la capacità del fegato di bruciare i grassi.

I risultati hanno mostrato che i topi che assumevano saccarosio liquido dall’acqua potabile consumavano più calorie e ingrassavano. Al contrario, i topi che assumevano la stessa quantità di saccarosio, ma aggiunto negli alimenti e non nell’acqua “risultavano più magri e metabolicamente più sani dei loro equivalenti che avevano assunto saccarosio tramite l’acqua”, scrivono gli autori.

I topi che avevano aumentato il grasso corporeo a seguito del consumo di saccarosio liquido hanno anche sviluppato una tolleranza inferiore al glucosio e la sensibilità all’insulina, entrambi segni di aumento del rischio di diabete. Tuttavia, gli autori collegano questi marcatori metabolici avversi a un aumento del grasso corporeo e non direttamente a un maggiore apporto di saccarosio.

Saccarosio, è da incolpare quello liquido e non quello solido: nella discussione dello studio, gli autori suggeriscono che i risultati potrebbero spiegare perché le loro precedenti ricerche sull’aumento del saccarosio nella dieta nei topi non hanno mostrato un effetto significativo sull’assunzione di energia e sul dimagrire. In quegli studi, hanno alimentato i topi con una dieta contenente solo il 30% di saccarosio e li hanno somministrati solo in forma solida.

“I risultati attuali dimostrano che, quando esposti al saccarosio liquido, i topi avevano un maggiore apporto energetico rispetto a quando offrivano la stessa composizione di macronutrienti ma in forma solida”.

Molti studi sull’uomo hanno suggerito un legame tra bevande con zuccheri aggiunti e apporto calorico totale e, di conseguenza, difficoltà a dimagrire. Questo collegamento suggerirebbe che quando le persone consumano più carboidrati in forma liquida, non compensano riducendo la quantità che consumano in forma solida.

Mentre i nuovi risultati hanno dimostrato che c’era una certa riduzione dell’assunzione di cibo solido a causa del consumo di acqua arricchito di saccarosio, la “riduzione era insufficiente per bilanciare l’apporto calorico elevato nel saccarosio liquido”.

“Questi dati, quindi, supportano il ruolo delle bevande zuccherate nello sviluppo dell’obesità indotta dalla dieta e della resistenza all’insulina”, concludono gli autori.

Tuttavia, c’è da dire che questo studio ha due limitazioni importanti: la prima è che la ricerca è stata fatta sui topi e non sugli umani. La seconda limitazione è che la quantità di saccarosio nell’acqua dei topi era molto più alta di quella presente in molte delle bevande zuccherate in commercio. L’acqua dei topi era formata da saccarosio al 50%, una quantità di zucchero cinque volte maggiore di qualsiasi bevanda zuccherata presente in commercio.

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