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Dieta, frutta da evitare per dimagrire

31 Maggio 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

Non tutta la frutta è uguale quando siamo a dieta e vogliamo dimagrire. Se è vero che è una grande alleata della insieme alla verdura, la frutta contiene comunque zuccheri e dunque il suo consumo non può essere illimitato. Bisogna consumare con moderazione quelli che hanno un alto indice glicemico, ovvero la capacità e la velocità con cui un cibo diventa zucchero nel nostro organismo.

Ci sono frutti che non sono propriamente raccomandati per la perdita di peso. Tra i non alleati della dieta c’è la frutta secca e disidratata, ma anche quella che ha un alto contenuto calorico dovuto ai grassi. Per esempio cocco e avocado. Questo non esclude però che entrambi abbiano alte qualità. Il primo è un frutto ricco di fibra e una buona fonte di potassio. L’avocado è una fonte di grassi sani, di vitamina E e di potassio. Usare l’avocado fresco come sostituto dei carboidrati raffinati può sopprimere la fame e aumentare la soddisfazione dei pasti negli adulti sovrappeso e obesi. E’ quanto emerso da uno studio del Center for Nutrition Research dell’Illinois Institute of Technology che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients.

Come si legge sul sito della Fondazione Veronesi, “frutti come cachi, fichi, banane, uva, frutta secca, canditi e frutta sciroppata sono quelli che generalmente vengono sconsigliati alle persone che soffrono di diabete. Via libera invece, seppur con moderazione, a mele, pere, nespole, fragole, albicocche, arance, pesche e lamponi”.

Uno studio su oltre 45 mila individui ha dimostrato che il benessere individuale cresce all’aumentare delle porzioni di frutta e verdura consumate ogni giorno. Una conferma per i paladini di un regime dietetico sano, un invito al consumo per chi è ancora restio a mettere frutta e verdura nel piatto. Gli esperti hanno analizzato il vasto campione su diversi fronti, tra cui dieta, stili di vita, comportamenti e condizioni di salute. È emerso che il grado di benessere individuale cresce proporzionalmente alla quantità e alla frequenza di consumo di frutta e verdura