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Dieta sana, cioccolato fondente alleato: lo studio

2 Agosto 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

C’è un valido motivo per cui dieta e cioccolato fondente possono convivere. Le persone che mangiano questo alimento hanno meno probabilità di essere depresse rispetto a chi non lo consuma perché i suoi ingredienti psicoattivi producono una sensazione di euforia simile alla cannabis. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Depression and Anxiety, citato dal Daily Mail. Il cioccolato fondente ha anche più antiossidanti, che riducono l’infiammazione nel corpo, una reazione che alcuni esperti ritengono sia legata alla depressione.

Gli studiosi dell’Università di Londra hanno ammesso di non poter dimostrare con certezza che il cioccolato integrato nella dieta combatte la depressione, perché sono necessari ulteriori studi. Resta però significativo che questo alimento contiene ingredienti psicoattivi, tra cui due forme di anandamina, che producono una sensazione di euforia simile a quella della cannabis. Qualcosa che non si è registrato invece in cui ha bevuto latte o mangiato cioccolato bianco. Inoltre, non è specificato se questo valga anche per la variante senza zuccheri aggiunti, che ben si adatterebbe a una dieta ipocalorica.

La dott.ssa Sarah Jackson, che ha guidato lo studio, ha affermato che i risultati forniscono “alcune prove” che il consumo di cioccolato, particolarmente quello scuro, può ridurre il rischio di sintomi depressivi. La studiosa ha aggiunto: “Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire la direzione della causalità. Potrebbe essere perché la depressione induce le persone a perdere il loro interesse a mangiare cioccolato. Oppure potrebbero esserci altri fattori che rendono le persone meno propense a mangiare cioccolato fondente e ad essere depresse”.

Il team ha dichiarato: “Esistono numerosi meccanismi potenziali attraverso i quali il consumo di cioccolato potrebbe prevenire l’insorgenza o causare una riduzione dei sintomi depressivi. Il cioccolato contiene numerosi ingredienti psicoattivi, tra cui due analoghi dell’anandamina (che producono effetti simili al cannabinoide responsabile dell’euforia della cannabis) e diverse ammine biogeniche endogene”. 

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