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Diabete e scompenso cardiaco: un nuovo farmaco riduce i ricoveri del 30%

19 Giugno 2020 - di Claudia Montanari

Malattie del cuore e diabete costituiscono purtroppo una frequente accoppiata, purtroppo pericolosa. Secondo gli ultimi dati, 1 paziente su 3 ricoverato per scompenso cardiaco ha il diabete e il 12% dei diabetici ha scompenso cardiaco.

Un nuovo farmaco mostra però benefici nel ridurre del 30% i ricoveri in questo gruppo di pazienti.

A dimostrarlo sono i risultati di un ampio studio presentato all’80esimo Congresso dell’American Diabetes Association e illustrato oggi nel corso di una web conference.

Un paziente su 3 ricoverato per scompenso cardiaco ha il diabete di tipo 2.

Andrea Giaccari, professore associato di Endocrinologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, spiega:

“Attraverso diversi meccanismi, il diabete danneggia il cuore aumentando il rischio di problemi sia a livello funzionale che morfologico, inducendo la cosiddetta cardiomiopatia diabetica. Questa riduce l’efficienza del cuore nel pompare il sangue nel resto del corpo”.

Lo studio

Lo studio Vertis CV ha valutato efficacia e sicurezza di ertugliflozin, la nuova opzione terapeutica di Msd nella classe degli SGLT2 inibitori, su oltre 8.200 diabetici con malattia cardiovascolare.

“I risultati – afferma Pasquale Perrone Filardi, ordinario di Cardiologia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II – hanno dimostrato che il nuovo farmaco, oltre a curare il diabete, ha anche un’azione protettiva a livello cardiaco. Ha infatti ridotto del 30% i ricoveri per scompenso, oltre a ridurre il declino della funzionalità renale”.

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Anche la funzionalità renale, purtroppo, è un altro problema spesso connesso al diabete non curato.

Fino a prima del Covid-19, commenta Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di Msd Italia, “il termine ‘pandemia’ era noto solo agli addetti ai lavori e c’era poca contezza del fatto che ci fosse già una pandemia silenziosa, quella del diabete”.

Tenerlo sotto controllo è importantissimo soprattutto ora, “visto che il 25% dei ricoverati per Covid-19 ha anche il diabete, condizione che ne aumenta il rischio di forme gravi”.

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