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Diabete e sostanze chimiche in prodotti domestici: esiste una connessione?

23 Maggio 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

Diabete di tipo 2 e sostanze chimiche in prodotti domestici: esiste una connessione? Uno studio dell’Università di Novi Sad in Serbia non lo esclude. Secondo i ricercatori l’esposizione costante a sostanze chimiche trovate in shampoo, giocattoli e pavimenti potrebbe aumentare il rischio di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiache. Lo studio ha rilevato che i soggetti analizzati nella ricerca (305) con livelli più alti di ftalati chimici nelle urine sono risultati più propensi a sviluppare obesità o diabete. I soggetti mostravano anche quantità pericolose di grassi nel loro flusso sanguigno e segni di danni al fegato, alla base di possibili disordini metabolici.

Secondo quanto riportato dal Daily Mail, che cita lo studio serbo, “gli ftalati sono additivi utilizzati durante la produzione di plastica. Sono stati rilevati in numerosi prodotti di uso quotidiano, come l’acqua in bottiglia e il profumo. Le preoccupazioni sulla loro sicurezza stanno aumentando, con tre ftalati già vietati nei giocattoli fabbricati nell’UE”.

Si legge ancora sul tabloid britannico che i “risultati hanno rivelato che 66 dei partecipanti avevano il monoetil ftalato (MEP) nelle loro urine, mentre 72 avevano mono-2-etilesil ftalato (MEHP). I partecipanti obesi avevano livelli più elevati di MEP, aspartato aminotransferasi (AST) e alanina aminotransferasi (ALT). AST e ALT sono enzimi che vengono rilasciati quando il fegato è danneggiato e sono marker di malattie del fegato. Anche i partecipanti obesi con elevate quantità di MEP nelle urine avevano livelli più elevati di trigliceridi nel sangue (…) I livelli di MEP e gamma-glutamil transferasi (GST) erano anche più alti nei pazienti con diabete di tipo 2“.

Lo studio va preso con tutte le dovute cautele. Non solo per l’esiguità del campione analizzato, ma perché di fatto mancano ulteriori ricerche a sostegno della tesi dei ricercatori. Non è noto con precisione quali siano i prodotti coinvolti e per quanto tempo siano stati utilizzati dai soggetti analizzati. Potrebbe comunque essere la base per ulteriori studi sull’argomento.

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