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Diabete, la dieta che ne riduce il rischio in 4 mesi

18 Settembre 2019 - di Claudia Montanari

ROMA – Il diabete di tipo 2 è una malattia cronica che non permette al pancreas di produrre abbastanza insulina da tenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue. L’aumento dei livelli di zucchero nel sangue può comportare gravi rischi per la salute, come malattie cardiache e ictus. Per tenere a bada la glicemia, chi soffre di diabete di tipo 2 deve correggere il proprio stile di vita e pianificare le proprie giornate con attenzione. Uno dei modi più efficaci per gestire la glicemia è attraverso la dieta. Uno studio recente suggerisce che una dieta in particolare, ovvero quella vegana, apporti numerosi benefici sul potenziamento della flora intestinale e sul controllo della glicemia, a patto che questa dieta non venga seguita per più di 4 mesi.

La ricerca è stata condotta Hana Kahleova del Physicians Committee for Responsible Medicine di Washington DC (Usa). Lo scopo del lavoro era testare l’effetto di una dieta ‘veg’ di 16 settimane sulla composizione proprio del microbiota intestinale, sul peso, sulla composizione corporea e sulla resistenza all’insulina, in adulti in sovrappeso senza storia di diabete. Il microbioma intestinale, in particolare, gioca un ruolo importante nella regolazione del peso e nello sviluppo del diabete 2. Sono stati inclusi 147 partecipanti (86% donne e 14% uomini; l’età media era di 55,6 anni), assegnati in maniera casuale al gruppo invitato a seguire una dieta vegana a basso contenuto di grassi (73) o a quello che non doveva apportare modifiche alla propria dieta (74), appunto per 16 settimane.

Ebbene, effettivamente al termine dell’indagine il peso corporeo si è ridotto in modo significativo nel gruppo vegano (in media -5,8 kg), in particolare a causa di un calo della massa grassa (in media -3,9 kg) e del grasso viscerale. Anche la sensibilità all’insulina è aumentata significativamente in questo campione. Nel gruppo della dieta vegana è aumentata anche la quantità del batterio Faecalibacterium prausnitzii (+4,8%), un elemento che è associato a riduzione del peso corporeo, della massa grassa e del grasso viscerale. Più presente nell’intestino di questo campione anche il Bacteoides fragilis (+19,5%), cosa che contribuisce a ridurre peso corporeo, massa grassa e grasso viscerale e che aumenta la sensibilità all’insulina.

Gli autori hanno concluso: “Un intervento dietetico vegano a basso contenuto di grassi di 16 settimane ha indotto cambiamenti” positivi. Tuttavia, riconoscono che “saranno necessari ulteriori approfondimenti per capire quale sia l’effetto reale della dieta vegana rispetto a quelli indotti dalla semplice restrizione delle calorie. Questa – commentano – è un’area di ricerca affascinante e speriamo di poter presentare nuovi dati alla riunione dell’Easd del 2020”.

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