Colesterolo cattivo, il tipo di olio che può aumentarlo

Colesterolo, lo snack alleato che non lo alza

28 Novembre 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

Quando il colesterolo è in eccesso può rappresentare un problema per la salute, intasando le arterie e causando problemi molto gravi come infarti e ictus. L’alimentazione sana svolge un ruolo fondamentale per la prevenzione di molte malattie. Chi ha il colesterolo alto deve seguire un regime alimentare volto alla diminuzione dei grassi nel sangue.

Tra i cibi alleati ci sono semi di linonoci e mandorle (frutta secca ricca di acidi grassi essenziali Omega 3), crusca d’avena, salmone, pesce azzurro (sardine, aringhe, acciughe, sgombri etc.), cereali integrali, avocado e legumi. Limitare inoltre al massimo il consumo di alcolici, bevande zuccherate, insaccati, carni rosse, latticini, zuccheri, farine raffinate e cibi precotti/preconfezionati.

Sebbene mandorle e noci abbiano ricevuto molta risonanza mediatica in questi ultimi anni, c’è un altro frutto secco alleato del cuore che può essere consumato come gustoso snack: gli anacardi. Oltre ad abbassare i livelli di colesterolo cattivo e alzare quelli buoni, riducono la pressione sanguigna. L’elevata densità di vitamine e minerali negli anacardi svolge un ruolo nella lotta alle malattie cardiache.

Come si legge sul Times of India: “Gli anacardi non hanno affatto colesterolo! Sì, gli anacardi sono uno dei pochi alimenti che non contengono colesterolo e aiutano anche ad aumentare il livello di colesterolo buono nel corpo”. Poi ancora: “Gli anacardi sono ricchi di rame e ferro, minerali che aiutano il corpo a formare e utilizzare i globuli rossi. I globuli rossi aiutano a mantenere sani e funzionali i vasi sanguigni, i nervi, le ossa e il sistema immunitario”. Sono una fonte di vitamina C. Sono carichi di luteina e zeaxantina, antiossidanti che proteggono gli occhi da danni. Riducono il rischio di cataratta.

Anche il colesterolo basso è un nuovo fattore di rischio per la salute mentale. E’ associato, infatti, a un incremento della probabilità di tentare il suicidio, poiché può far ‘saltare’ un freno all’aggressività e all’impulsività. Lo ha dimostrato uno studio presentato al convegno Internazionale di Suicidologia, in corso a Roma e organizzato dall’Università La Sapienza con il supporto incondizionato della Fondazione Internazionale Menarini.