Paris Haute Couture P/E2018 – (FOTO)

24 Gennaio 2018 - di Claudia Montanari

Scostumista-PARIS HAUTE COUTURE P/E 2018-Da un po’ di giorni sul profilo Instagram di Chanel è stato pubblicato un video/ teaser in cui sono inquadrate abili mani di esperti ricamatori e sarti intenti a preparare gli abiti per la collezione Alta Moda Primavera Estate 2018. La visione di quel video mi ha procurato una sensazione simile a quella che probabilmente prova un goloso mentre vede un grande maestro pasticcere che prepara torte squisite. L’attesa si stringe. Il gran giorno arriva: il 23 gennaio ore 10.00, al Grand Palais, in un’atmosfera che ricorda i giardini di Versailles, le modelle sfilano indossando la collezione più prestigiosa. Dai completi in tweed, segno distintivo della Maison, ai preziosissimi abiti ricamati con fiori trasparenti, piume e cristalli, balze di tulle e chiffon dai colori pastello; le modelle appaiono come parte di una natura leggiadra, l’aria fresca e il profumo di primavera sembrano essere dettagli intrinsechi negli abiti. Gli stivaletti ricamati con tacco-midi in plexiglass completano i look. La sfilata termina con l’ormai noto Hudson, il figlioccio del designer, che sparge rose da un cestino lungo il percorso della modella in abito da sposa. Se Marie Antoinette fosse vissuta oggi, la immagino vestita così.  “È uno stato d’animo romantico, non solo basato sulle balze”- ha detto Karl Lagerfeld- “È una storia d’amore moderna. Non ho mai pensato di voler fare una collezione romantica – ma è finita così. ”   Maria Grazia Chiuri aveva ben chiaro da dove far partire la collezione Dior. La designer ha la sua illuminazione dopo aver visitato l’epica mostra “Dior Couturier du rêve” al Musée des Arts Décoratifs, una delle prime stanze dell’esposizione conteneva pezzi della collezione d’arte che Mounsier Christian Dior aveva appassionatamente accumulato. La Chiuri scopre che Dior aveva amicizie come Dalì, Giacometti, Cocteau, Elsa Schiaparelli e Leonor Fini. Per la collezione Alta Moda Primavera Estate 2018 si ispira quindi al Surrealismo; e come gli artisti che appartenevano a quella corrente, anche Maria Grazia Chiuri sperimenta con giochi d’illusione ottica che solo un paziente lavoro a mano tipico dell’Haute Couture è capace di realizzare. Su un ampio pavimento a scacchi bianco e nero ricostruito nel grande tendone installato sul giardino del Musée Rodin, i modelli che sfilano richiamano prevalentemente i colori della scacchiera, mentre i corsetti intrecciati sul torace rievocano le grandi gabbie che pendono dal soffitto insieme ad altre sculture come occhi, nasi, orecchie.. chiari riferimenti alle opere di Dalì. Inoltre le maschere create dal cappellaio Stephen Jones infondono un fascino teatrale e misterioso agli abiti impeccabili e rigorosi.  “C’è una grande differenza tra la couture italiana e quella francese”- ha detto la Chiuri- “La couture italiana è legata al lato sartoriale, (che significa indossabile) mentre la couture francese è più teatrale. Voglio un mix dei due.”  Se Mariagrazia Chiuri dedica la collezione al movimento culturale nato a Parigi nei primi anni ’20 del Novecento, il Surrealismo è nel DNA del marchio Schiaparelli, e Bertrand Guyon sviluppa la collezione su simboli e miti pagani: scarabei, farfalle, cuori e serpenti si posano sui tessuti o semplicemente lunghi abiti trasparenti, pepli e mantelle trasformano la donna in una dea greca.  Dee greche o romane con tuniche e pepli impreziositi da ricami e cristalli sfilano anche sulla passerella di Giambattista Valli; sono Veneri delicate o Minerve guerriere, e ciò che caratterizza questo Olimpo terreno è che tutte le creature che lo abitano indossano abiti semplicemente bellissimi.  L’affermazione della designer di Dior per cui la couture italiana è più attenta alla perfetta portabilità di un vestito piuttosto che alla teatralità degli stessi, trova conferma nella collezione Armani Privé in cui sfilano mini-dress e short realizzati con tessuti delicati come l’organza e la seta, leggeri e impalpabili come nuvole, i colori sono quelli di Antigua, isola cara allo stilista, il taglio impeccabile e senza eccessi rende questi abiti assolutamente adatti a molteplici occasioni, in una parola”portabilissimi”.  In questi primi due giorni di sfilate, l’attenzione va anche e soprattutto alla designer olandese Iris van Herpen, che continua con le sue riuscitissime sperimentazioni in 3D, progettando una collezione ispirata alla natura, in cui i tessuti si dispiegano come ali o petali su trasparenze che fanno da sfondo discreto ad un paesaggio che sboccia rigoglioso. Si fa sera, l’ora è giusta per far iniziare la sfilata della griffe più dark e poetica: Givenchy, e con il debutto di Clare Waight Keller, la poesia da romantica diventa ermetica, l’assoluta ricerca di essenzialità si esplicita nella purezza delle forme, materiali preziosi come cristalli e organza si accostano al latex, la notte si chiude con l’acclamazione della nuova direttrice creativa, prima donna ad assumere il ruolo di direttore artistico della Maison Givenchy. di Annapaola Brancia d’Apricena