Le Piume nella Moda -(FOTO)

12 Dicembre 2017 - di Claudia Montanari

Scostumista-Le Piume nella Moda-Chi come me ha la fobia dei pennuti, quest’anno rischia di essere fuori moda. Le piume decorano abiti, scarpe e accessori, donano leggerezza e un pizzico di vezzosità ad ogni look. La piuma è un materiale da sempre disponibile in natura e ha avuto una funzione ornamentale già in tempi antichissimi.  Durante l’indagine su una grotta nei pressi di Verona, il paleontologo Marco Peresani professore presso il Dipartimento di Studi Umanistici-Sezione di Scienze preistoriche e antropologiche dell’Università di Ferrara, insieme ai suoi colleghi, ha trovato 660 ossa di uccelli e afferma che i segni di taglio, desquamazione e raschiatura si osservano esclusivamente sulle ali, a indicare la rimozione intenzionale di grandi piume”. Peresani crede che le penne degli uccelli siano state usate per ornamenti e non per un altro scopo più pratico.  Molti capi tribù dei nativi americani come Sioux, Navajo e Cheyenne usavano ampi copricapi in piume d’aquila ai quali davano grande importanza spirituale e magica.  Le caleidoscopiche piume di pavone e quelle di fagiano hanno decorato per secoli, ventagli, cappelli e acconciature di dame.  All’inizio del 20° secolo con la moda delle flappers piume e frange ornavano abiti e copricapi per accentuare i movimenti del charleston. Le più usate ai giorni nostri sono le aigrette di struzzo o il marabù. C’è chi come Alberta Ferretti o Balenciaga ci costruisce un intero abito; chi come Prada, Miu Miu e J.W. Anderson crea una grossa balza da applicare alla base della gonna; Chanel copre le spalle inserendo le piume di Lemarié sulla parte alta del giromanica; Lanvin ci decora spille e cinture; ci sono anche cappelli, come il copricapo stile retrò che ha sfilato da John Galliano e la visiera stile “Portiere di notte” di Desigual. I nostri passi saranno più leggeri con con i sandali di Prada e Jimmy Choo ricchi di cristalli e fitte piume. “Il faut etre léger comme l’oiseau, et non comme la plume” scriveva Paul Valéry, ma ogni tanto è anche piacevole farsi trasportare dal vento della frivolezza.   di Annapaola Brancia d’Apricena