H&M ammette: “Abbiamo usato modelle troppo magre, ora si cambia”

29 Maggio 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – H&M, il colosso svedese di abbigliamento low cost è di nuovo al centro dell’attenzione, dopo che l’amministratore delegato  Karl-Johan Pesson dell’azienda ha pubblicamente ammesso, durante un’intervista del giornale “Metro”, che il brand ha più volte utilizzato modelle effettivamente troppo magre ed ha affermato che ha serie intenzioni di cambiare registro perché  “la responsabilità in questo campo è molto pesante”.”Ci sono molte modelle che sono troppo magre e sottopeso, anche se ce ne sono altre che sono magre al punto giusto, e continueremo a lavorare con quelle finché esse appariranno giovani e in salute” ha detto Pesson. Alla domanda se ritenesse che la posizione di H&M potesse “fare proseliti” presso altri marchi del mondo della moda, Persson ha risposto: “E’ difficile dirlo, é possibile che noi si possa imprimere un cambiamento…”.

Già lo scorso anno l’azienda di moda svedese era incorsa in numerosi “infortuni”: si era dovuta scusare pubblicamente per aver lanciato una campagna pubblicitaria per i suoi costumi da bagno, utilizzando modelle troppo abbronzate, episodio che aveva suscitato le proteste delle associazioni anti-cancro (in particolare di chi si occupa di melanoma). Poi era stata messa sulla graticola a causa di una campagna pubblicitaria nella quale erano state fotografate indossatrici scheletriche. Ma H&M ha comunque saputo reagire alle critiche: non più di un mese fa ha fatto partire la campagna sulla moda mare 2013 con una modella decisamente ‘curvy’, l’americana Jennie Runk, una bellezza opulenta con gli occhi chiari fotografata mentre esce dall’acqua con un due pezzi nero assai castigato.

La stessa Runk ha detto ai giornali di essersi stupita del consenso ottenuto dalla campagna pubblicitaria, lei che in passato aveva avuto molti problemi a causa della sua taglia. Segno, ha dichiarato, che è stato inviato un messaggio positivo che fa dire alle ragazze: “Accettatevi così come siete”. Taglie a parte va ricordato che nella gara del “politicamente corretto”, H&M è stata tra i primi a promettere passi concreti per evitare lo sfruttamento del lavoro in Asia dopo il tragico crollo di un edificio a Dacca in Bangladesh, nel quale sono morti più di mille lavoratori al nero.

Fonte: Ansa

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