La moda inquina: un film in realtà virtuale mostra il lato oscuro del fashion

La moda inquina: un film in realtà virtuale mostra il lato oscuro del fashion

27 Agosto 2018 - di Claudia Montanari

ROMA – Francesco Carrozzini porta in scena il lato oscuro della moda. Il figlio di Franca Sozzani, storica direttrice di Vogue Italia morta a dicembre 2016 lasciando un vuoto incommensurabile, punta i riflettori su alcune delle problematiche più importanti legate al mondo del fashion.

Tra veleni nei corsi d’acqua all’uso di prodotti chimici tossici ai tessuti degli abiti smessi che invadono le discariche, come si legge su Ansa la moda è la seconda fonte al mondo di inquinamento dopo il petrolio. E’ il lato oscuro della moda su cui pone l’accento Francesco Carrozzini, che ha realizzato un’installazione in realtà virtuale che debutta alla Mostra del cinema di Venezia nella sezione Venice Virtual Reality. Aperta al pubblico dal 4 all’8 settembre sull’Isola del Lazzaretto Vecchio, “X Ray Fashion” è in concorso come miglior VR storia immersiva e migliore esperienza VR per contenuto interattivo.

Creata dal giovane gruppo danese MANND, l’installazione di venti minuti e’ stata prodotta dal programma della Banca Mondiale contro il cambiamento climatico Connect4Climate e dalla Vulcan Productions del co-fondatore di Microsoft Paul Allen, con il sostegno di Alcantara S.p.A., azienda italiana “Carbon Neutral” da sempre impegnata nella lotta al climate change.

“X-Ray Fashion” permette di seguire, in uno spazio di 49 metri quadri, la vita di un capo di abbigliamento, dalla produzione alle passerelle, alla distribuzione, al consumatore fino a quando l’indumento verrà dismesso. In tutto sette scene di immagini dal vivo a 360 gradi, il film e’ generato in ambiente CGI e permette di divenire parte della rappresentazione esplorando lo spazio circostante grazie a effetti multisensoriali che espongono al calore, al vento, agli odori e al movimento del terreno. Si parte da una sfilata di moda in cui gli spettatori si mescolano alle modelle sotto la luce dei flash; durante il defilé il narratore, lo stesso Carrozzini, racconta di un sopravvissuto al disastro di Rana Plaza, spiegando che in alcune parti dell’Asia il colore dei fiumi predice le imminenti tendenze della moda.

Per Carrozzini, autore di “Franca Chaos and Creation” imperniato sulla importante figura materna, è un ritorno a un mondo in cui ha vissuto fin da bambino:

“Ho lavorato nell’industria della moda per molti anni ignorando le conseguenze del nostro business sull’ambiente e sulle persone in tutto il mondo. Ho accettato di dirigere il film per imparare di più sull’impatto ambientale della moda che non avevo percepito per tanti anni”.

Il regista è stato immediatamente attratto dal progetto per l’alto potenziale di sperimentazione, il forte messaggio politico e la realtà virtuale.

Per Giulia Braga della Banca Mondiale, “la realtà virtuale genera empatia ed è uno strumento potentissimo per trasmettere messaggi che possano ispirare cambiamenti positivi”. Andrea Boragno, Presidente e CEO di Alcantara, ha osservato che “con il rapido sviluppo del pret-à-porter è imperativo evidenziare gli effetti che produzione e consumo di massa hanno sul pianeta”