Franca Sozzani "icona della moda", premio alla carriera negli Usa

Franca Sozzani è morta: addio alla Signora di Vogue Italia

22 Dicembre 2016 - di Claudia Montanari

MILANO – Franca Sozzani è morta: addio alla Signora di Vogue Italia. È morta Franca Sozzani, icona e simbolo della moda italiana e nel mondo. Come riporta l’Ansa, Franca Sozzani era malata di cancro ed è stata la Fondazione Istituto Europeo di Oncologia e Centro Cardiologico Monzino, di cui Sozzani era presidente, a rendere nota la notizia della scomparsa della giornalista.

Classe ’50, Franca Sozzani aveva 66 anni ed è stata il simbolo di milioni donne e ragazze italiane che rivedevano in lei la moda in essere. Direttrice di Vogue Italia e di tutti i periodici in lingua italiana con il marchio Vogue, Franca Sozzani ha segnato un’era della moda. Ha iniziato la sua carriera lavorando per la rivista «Vogue Bambini» (fondata nel 1973). Nel 1980 è diventata direttore responsabile di «Lei». Tre anni dopo, ha diretto anche «Per Lui», la versione maschile di «Lei» in cui ha lavorato come caporedattore anche Vera Montanari, altra importante giornalista della moda italiana.

Fino al decesso è stata direttrice di «Vogue Italia», posizione che ha ricoperto dal 1988 e dal numero di ottobre 2006 è stata anche direttore responsabile di «L’Uomo Vogue». Oltre a ricoprire queste cariche, Franca Sozzani è stata direttrice editoriale della casa editrice Condé Nast per l’Italia e, dal marzo 2013, presidente della Fondazione IEO Istituto Europeo di Oncologia. A febbraio 2010 ha lanciato il sito internet Vogue.it, il primo portale al mondo intestato alla testata di moda.

Vera Montanari, direttrice di Grazia dal 2007 al 2012, ricorda Franca Sozzani con un commovente messaggio su Facebook:

“Questa è proprio una brutta, bruttissima notizia. Per chi la conosceva, per chi la stimava, per chi le voleva bene e per tutto il mondo della moda, e non solo in Italia.  È morta Franca Sozzani, storico direttore di Vogue, massima rappresentante del giornalismo di moda italiano (ma davvero, non per vuota retorica). Un’amica, una collega, mi ha mandato un messaggio per informarmi e la mia reazione è stata di assoluta incredulità. E anche adesso, che è ufficiale, non riesco ancora a crederci, perché “la Sozzani”, la mitica Sozzani non può essere morta. Probabilmente ho un problema di identificazione: siamo nate nello stesso anno e, molti, molti anni fa, ho lavorato con lei quando era direttore di un giornale che si chiamava Per lui (io facevo il caporedattore). Ma non è solo questo, lei era davvero giovane, nonostante i suoi 66 anni, fresca nelle idee, creativa, sempre pronta a cogliere quello che succeda nel mondo. Era bella, di una bellezza molto speciale, elegante, spiritosa. Era potente, certo, ma non c’è niente di male in questo, anzi. Aveva costruito la sua carriera, il suo impero, con le sue forze, la sua capacità e la sua determinazione. Era la regina della moda e se lo meritava perché nessuno come lei ha saputo interpretare i nostri tempi. E nessuno è stato così generoso nel darsi per mille e un progetto. Era vitale ed è per questo che è così difficile credere che adesso non c’è più.
Poi, sì certo, Franca era anche una dura, ma, si sa, a me le dure sono sempre piaciute. Ma era anche simpatica. Ogni volta che mi capitava di dirlo, venivo sempre contraddetta da qualcuno. Il potere fa spesso quell’effetto, divide, crea antipatie e anche invidie. Io però non ho dubbi, l’ho detto per 30 anni e lo ridico adesso: era simpatica, spiritosa e intelligente (e con me è stata anche un direttore molto generoso, che si fidava e lasciava fare). Non ho avuto molte occasioni di dirle cosa pensavo di lei, perché all’epoca rispettavo la gerarchia e poi non è più capitato, e, comunque, non sono cose che si dicono incontrandosi, che so, alle sfilate. Mi piaceva e me lo tenevo per me, ma nel mio cuore spero di esserle piaciuta un po’ anch’io, perché, pur nelle differenze, avevamo qualcosa, quel quid di energia, determinazione, forza che ci faceva riconoscere.
Qualche anno fa, quando dirigevo Grazia, l’ho intervistata, perché aveva scritto un libro, in una di quelle che chiamavamo le interviste collettive. Lei era stata perfetta, brillante, divertente. Le giornaliste, che la conoscevano solo di fama, ne erano rimaste stupite. Io no. Quando il giornale era andato in edicola, mi aveva mandato dei fiori con un biglietto in cui mi ringraziava di essere riuscita a farla sembrare simpatica. Lo era di suo, adesso mi dispiace di non averglielo detto più esplicitamente.
La notizia della sua morte mi ha davvero turbato E pur sapendo che è totalmente irrazionale, spero che i pensieri di tutte noi, “ragazze” dei giornali femminili italiani che hanno vissuto accanto a lei, subendone il fascino, le arrivino là dove sicuramente starà già pensando cosa fare di tutti quegli angeli vestiti di bianco…”