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Emirati Arabi alla scoperta della Alta Moda a Roma

14 Giugno 2012 - di Claudia Montanari

ROMA – Un tuffo alla scoperta della moda Made in Italy e degli atelier romani, un vero e proprio tour tra le stoffe e le organze pregiate di firme prestigiose come Renato Balestra, Fausto Sarli, Nino Lettieri, Gattinoni e molti altri. Ecco il tour negli atelier romani degli imprenditori del fashion degli Emirati arabi, arrivati nella Capitale nell’ambito della missione organizzata da Invitalia e dal ministero dello Sviluppo Economico. Oltre agli appuntamenti istituzionali, a cui ha preso parte il ministro dell’Economia degli Emirati Sultan al-Mansuri, la missione ha contato infatti sulla partecipazione complessiva di 35 aziende nei settori agroalimentare, energia, biomedicale e, appunto, moda.

Dopo una sfilata di benvenuto, che ha visto ieri sera in passerella tutte le maison coinvolte, oggi gli atelier hanno aperto le porte ai due imprenditori emiri della moda e a uno stilista che hanno potuto vedere da vicino modelli e tessuti e toccare con mano l’artigianale e sapiente arte del made in Italy dell’alta moda. Ecco allora lo stupore compiaciuto degli imprenditori emiri davanti a un abito in taffetà di seta dipinto a mano, nell’atelier di Gattinoni, o nel vedere ricamatrici all’opera per i vestiti da sposa nella maison Sarli.
“E’ stata un’esperienza molto interessante”, ha commentato Hashem M. Jaber, Group legal advisor della Omnix Salam Group. “E’ stata interessante la scoperta dei molti talenti degli stilisti italiani”, ha aggiunto spiegando che saranno possibili future collaborazioni: “Naturalmente noi siamo aperti a nuove attività di bussiness”, ha sottolineato. Soddisfatto anche lo stilista Rami Al Alì secondo il quale il tour “è stato straordinario e magico. Davvero molto interessante e formativo”.

A sottolineare le opportunità che possono nascere dalla missione degli imprenditori emiri per le case di moda della Capitale è la stessa Mangani: “In un momento di crisi come quello attuale è un’iniziativa importante – ha affermato – bisogna puntare sull’internazionalizzazione e sull’export del made in Italy”. E per capire le potenzialità di collaborazione con i paesi arabi basti pensare che ad esempio “le donne arabe – ha spiegato Mangani – per le nozze vogliono vestire rigorosamente made in Italy e lo stilista italiano che scelgono è lo stesso che veste anche tutte le altre donne, le amiche e le parenti, nella cerimonia creando così un notevole mercato”.

Il tour è poi proseguito sul fronte accessori, con visite da Diego Percossi Papi Gioielli e da Gilbert Halabi bijoux, mentre domani la missione degli imprenditori e delle autorità degli Emirati si sposterà nelle Marche. Lì per le imprese del fashion significherà incontrare eccellenze nel settore degli accessori in pelle e delle calzature.

 

Fonte: Adnkronos