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Crollo fabbrica in Bangladesh: lettera aperta a Benetton

7 Maggio 2013 - di Claudia Montanari

DACCA – La “Campagna Abiti Puliti”, sezione italiana della “Clean Clothes Campaign”, ha chiesto all’azienda Benetton, attraverso una lettera aperta indirizzata ai vertici della società, un impegno concreto per affrontare l’emergenza scaturita dalla tragedia del Rana Plaza, l’edificio di otto piani crollato lo scorso 24 aprile nella regione di Dhaka in Bangladesh.

In particolare, scrivono gli attivisti in un comunicato, viste le ultime dichiarazioni rilasciate dal marchio alla stampa internazionale, in cui si è detto disponibile a contribuire al risarcimento delle vittime del crollo, ed alla luce delle numerose prove che di fatto legano l’azienda a una delle fabbriche del Rana Plaza, la “Campagna Abiti Puliti” chiede a Benetton di inviare una delegazione in Bangladesh, stabilendo un contatto diretto con “Abiti Puliti” e i sindacati locali per fornire immediato supporto alle vittime della tragedia che hanno bisogno di cure, cibo e assistenza; di contribuire al fondo di risarcimento negoziato con i sindacati bengalesi e IndustryALL (la federazione internazionale dei sindacati tessili) in base a criteri equi e secondo una lista trasparente che elenchi tutte le vittime e i feriti.

La cifra totale, secondo le prime stime, non potrà essere inferiore ai 30 milioni di dollari, per risarcire le vittime o le famiglie dei deceduti, per gli stipendi mancati per l’intero ciclo di vita e per i danni psicologici subiti. Sono esclusi i costi dell’assistenza medica per le centinaia di feriti.

Fonte: Apcom