Balmain, casa di moda passa ai reali del Qatar

Balmain, casa di moda passa ai reali del Qatar

24 Giugno 2016 - di Silvia_Di_Pasquale

La maison francese Balmain entra a far parte di Mayhoola, la holding che fa capo alla famiglia reale del Qatar, già proprietaria di Valentino dal 2012. Secondo il magazine WWD, l’acquisizione della griffe francese, detenuta al 70% dagli eredi dell’ex numero uno Alain Hivelin, deceduto nel dicembre 2014, sarebbe costata intorno ai 485 milioni di euro. La maison è stata fondata da Pierre Balmain nel 1946 ed è tornato recentemente alla ribalta, dopo un momento di crisi successiva alla morte del suo ideatore nel 1982, grazie a Olivier Rousteing che dal 2011 ne ha assunto le redini creative. Il giro d’affari di Balmain oggi di aggira attorno ai 120 milioni di euro.

Olivier Rousteing, direttore creativo di Balman, è uno degli stilisti più apprezzati dalle celebrities di tutto il mondo. Tra le sue clienti più affezionate, nonché amiche, ci sono Kim Kardashian, Irina Shayk, Kylie e Kendall Jenner, Alessandra Ambrosio,  Beyoncé, Gigi e Bella Hadid. Star di primo piano nel panorama fashion internazionale. Intervistato da MarieClaire, lo stilista ha svelato di parlare molto bene anche l’italiano, pur essendo francese. Alla domanda, “Hai un amore italiano per conoscere così bene la nostra lingua?”, lui ha risposto:

“Eh, eh… Potrei dire che l’ho imparato perché l’Italia è il terzo mercato più importante tra le 40 nazioni in cui vendiamo. La verità è che dopo la scuola di moda ho fatto esperienza a Roma da Gianni Serra. Ho avuto anche qualche giorno di Dolce Vita, nell’attesa di uno stage da Versace. La risposta da Milano però non arrivava e sono andato a Firenze. Dove ho conosciuto Peter Dundas che lavorava da Roberto Cavalli. E lì mi sono fermato”. Cosa hai imparato con loro? “Che per vivere, più dell’inglese o l’italiano, era meglio sapere il fiorentino perché lì bevono la “hoha-hola” con la “hannuccia horta”. Eva e Roberto non ti hanno insegnato niente?” Sono stati tutti (figli compresi) sempre molto protettivi. Mi stavano vicino come una famiglia”.