Cara Delevingne alla sfilata Chanel va con…il cane

27 Gennaio 2016 - di luiss_edalto

PARIGI – Cara Delevingne è stata l’ospite più fotografata dell’ultima sfilata di Chanel per via del suo accompagnatore. Si chiama Leo ed è…un cane. Sì la ex modella e ora attrice, musa di Karl Lagerfeld, è arrivata alle sfilate in compagnia del suo cane lupo, giusto il tempo di attirare fotografi e curiosi. Quando lo show è iniziato però una persona del suo staff ha portato via il cane in modo che non disturbasse.

Cara sta vivendo un momento che l’ha portata all’apice della celebrità: la “trovata” del cane è stata interpretata come un messaggio chiaro di amore per gli animali in un ambiente – quello della moda – da sempre abituato ad usare gli animali piuttosto che rispettarli.

Come scrive Repubblica che parla di nuova provocazione:

“D’altronde dopo aver sfilato tirando la lingua e aver lanciato per prima i selfie in passerella, Cara può davvero concedersi di tutto grazie anche alla complicità di stilisti come Karl Lagerfeld. Seduta in prima fila Cara ha postato sul suo Instagram i capi preferiti del fashion show dimostrando che anche se ha deciso di buttarsi nella recitazione il suo cuore batte ancora per la moda”.

Cara Delevingne ha da pochi mesi detto addio alle passerelle per dedicarsi alla carriera d’attrice. Non solo: ha rivelato di essere entrata per un periodo nel tunnel della depressione di essere uscita solo grazie all’aiuto di Kate Moss:

“I problemi che avevo li mascheravo con i medicinali invece di prendermi del tempo e provare ad affrontarli. Allora volevo solo che qualcuno mi fermasse, che mi dicesse “hai bisogno di una pausa”, di prenderti cura di te stessa. Mi sentivo come se non fossi brava abbastanza, come se stessi vivendo il sogno di qualcun altro”.

“La nostra cultura ci insegna che se siamo belli, magri, e famosi tutti ci ameranno, che solo così saremo felici. Ma non è esattamente vero. La depressione non è qualcosa di cui vergognarsi. Accettatevi per come siete, amatevi, accettate le vostre imperfezioni, perché sono quelle che ci rendono speciali”.