Stress e raffreddori: la cura è la lavanda

6 Aprile 2012 - di Mari

ROMA – Sedativa, digestiva, antisettica, antinfiammatoria: sono moltissimi gli usi della lavanda, a dimostrazione che questa pianta non è solo bella e resistente.

I fiori della Lavandula Officinalis – questo il suo nome scientifico – sono stati usati sin dai tempi degli antichi romani per profumare l’acqua del bagno: da questo utilizzo viene proprio il termine “lavare” che ha dato origine al nome della pianta.

E come gli antichi romani anche oggi alcune gocce di olio essenziale di lavanda negli umidificatori, o nella stessa acqua della vasca da bagno (se si usa però un olio essenziale apposito) danno un profumo buonissimo.

Anche l’uso per profumare la biancheria nei cassetti ha un’origine antica. Durante il periodo elisabettiano le donne cucivano sacchetti con fiori di lavanda all’interno delle gonne, con un duplice effetto: quello di profumare gli abiti e quello di tenere lontane le tarme.

Gli usi meno estetici della lavanda hanno inizio con l’aromaterapia nella prima metà del Novecento. In quest’epoca si scopre che la lavanda è un efficace lenitivo in caso di infiammazioni e scottature.

Grazie al linalolo, poi, la lavanda si rivela un equilibratore del sistema nervoso centrale. I suoi oli sono consigliati per sedare casi di nervosismo, ipertensione e palpitazioni.

La lavanda ha anche proprietà digestive e antisettiche, che la rendono indicata nei casi di coliti e meteorismo, e antinfiammatorie, tanto da renderla utile per calmare i dolori reumatici, sia di origine muscolare sia di origine articolare, come distorsioni, stiramenti muscolari o contusioni.

Infine è balsamica, antisettica e cicatrizzante: il suo infuso cura le ferite, stimola la cicatrizzazione e i suoi vapori aiutano a combattere raffreddori, bronchiti e in generale le affezioni delle vie respiratorie.