Bossi e l’importanza della famiglia… a “carico del partito”

4 Aprile 2012 - di luiss_vcontursi

MILANO – La famiglia è importante, anche per i politici: sarà per questo che, secondo la magistratura, sarebbero arrivati ben 200 milioni di soldi pubblici dalle casse della Lega Nord a quelle di casa Bossi, intesa come la famiglia del Senatur?

Lui, Umberto Bossi, dice che non ne sapeva nulla di questi soldi e che anzi denuncerà chiunque li abbia “regalati a loro insaputa” ai figli (Riccardo, Renzo, Roberto Speranza ed Eridanio Sirio), alla moglie Manuela Marrone e al cosiddetto “cerchio magico”, in prima fila la ex vicepresidente del Senato, Rosy Mauro. Eppure le prime indagini parlano di case, auto di lusso, tenute, asini, tasse scolastiche… tutte spese di “casa Bossi” che sarebbero state pagate dal partito. A tal punto che, scrive ‘Il Corriere della Sera’, i militanti della Lega solevano scambiarsi una battuta ogni qual volta vedevano Renzo Bossi, ‘Il Trota’, entrare nella sede leghista di via Bellerio: “Renzo? Sta andando al bancomat”. Intendendo che il figlio-consigliere del Senatur prendesse soldi dal Carroccio. Lui smentisce, la magistratura accerterà.

Per il momento secondo i magistrati Francesco Belsito, l’ex tesoriere della Lega indagato a Milano per appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato, avrebbe prelevato dalle casse del partito oltre 200 mila euro per le spese personali dei figli di Umberto Bossi. Francesco Belsito inoltre avrebbe prelevato dalle casse della Lega tra i 200 e i 300 mila euro per le spese del SinPa, il sindacato padano fondato da Rosy Mauro.

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