“Di call center ci si può ammalare: perdi la voce e il lavoro”

18 Maggio 2012 - di luiss_vcontursi

ROMA – Di call center ci si può ammalare: nove ore al giorno a ripetere ossessivamente: “Buongiorno, sono…Come posso esserle utile?” può diventare alienante, come una droga. La procura di Torino ha aperto un’inchiesta su un caso di “disfonia professionale”. In pratica l’operatrice in questione, 41 anni, aveva pressoché perso la voce a causa del suo lavoro: 9 ore al giorno in un call center. La donna dice a La Stampa: “Sono stata assunta nel 2003 in un primo call center e per nove anni ho sempre fatto la telefonista per conto di una società di servizi. Ho parlato fino allo sfinimento”.

La “disfonia da call center” è un fenomeno relativamente nuovo. Prima le categorie considerate a rischio erano altre: attori, commercianti ambulanti, insegnanti, cantanti, oratori. Il procuratore Raffaele Guariniello spiega: “In questo caso dovremo valutare quale tipo di sorveglianza sanitaria sia stata adottata negli ambienti di lavoro”. Se insomma sia stata fatta prevenzione, informazione sui rischi e se siano stati rispettati i turni di lavoro. Ad oggi però, l’operatrice rischia concretamente di perdere il lavoro: senza voce come potrebbe rispondere al telefono?